Carlo Pirazzini (1933-2002)

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(23 luglio 1933-14 settembre 2002)

Carlo Pirazzini ci ha lasciato all’improvviso, all’età di 69 anni, sabato 14 settembre, dopo aver riscosso l’ultimo, caloroso applauso per la recita delle sue zirudelle, che pensava e scriveva nel vernacolo romagnolo. Ne aveva inventate tante negli ultimi anni, piene di ironici ed efficaci riferimenti ai costumi moderni. Soprattutto la malasanità e il supermercato gli fornivano spunti per farsi beffe di vizi e capricci della gente d’oggi, irretita dalle lusinghe del consumismo imperante.
Pirazzini, ovvero Carlo d’Righèta, aveva fatto conoscere la sua vena di moderno cantastorie al Centro Sociale di Castello, dove si esibiva in trebbi molto partecipati, riscuotendo l’applauso e la simpatia della gente divertita.
Per molti, che già gli riconoscevano una carica di umanità, è stata una sorpresa scoprirlo anche dotato di arguzia e di senso dell’umorismo. L’Amministrazione Comunale e l’Avis hanno fatto affiggere manifesti di cordoglio per la sua scomparsa, ricordandone lo zelo di amministratore e di socio collaboratore. L’apertura mentale ed affettiva portavano Carlo Pirazzini ad accogliere positivamente proposte ed iniziative di pubblico interesse. Soprattutto nella frazione della Pace dove, in via Gradasso, era orgoglioso di avere le radici.
Nel 1996 aveva dato alle stampe “Una piccola comunità nel turbine del fronte”, ove integrava con ricordi personali la ricostruzione delle tormentate vicende belliche al Ponte del Castello e dintorni. Alla Pace non mancava mai di animare gli incontri che negli ultimi anni si tenevano con gli ex parrocchiani vicini e lontani.
Era inoltre coordinatore di un comitato per la tutela dei beni architettonici ed ambientali di Castel Bolognese. Ultimamente si era interessato al recupero del Molino di Scodellino. Svolgeva questo compito con misura ed equilibrio così come con molta discrezione rivelava il suo sogno, quasi irrealizzabile, di vedere costruita la torre, simbolo di Castello. Era contento che fosse stata ascoltata, in alto, la proposta di evidenziare almeno le fondamenta sotterrate della torre stessa nell’attuazione del progetto di arredo urbano della Piazza Bernardi. Una proposta che, se realizzata, lo farebbe felice anche nel piccolo cimitero della Pace, ove ora riposa, e ove è stato sepolto lunedì 16 settembre, alla presenza di una folla numerosa e commossa.

Stefano Borghesi

Tratto da Sette Sere del 21 settembre 2002.

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