Carlo Bassi: un chirurgo sotto i bombardamenti

carlobassiIl dott. Carlo Bassi nacque ad Argenta, in località Santa Maria Codifiume, il 19 dicembre 1878. Durante gli studi di medicina e chirurgia all’Università di Bologna, ove si laureò il 3 luglio 1904 con una tesi dal titolo “Contributo allo studio della ferratina naturale”, fu allievo del prof. Umberto Monari. Nell’anno 1911 vinse la condotta a Codigoro, che tenne per diciassette anni. Nel corso della prima guerra mondiale il dottor Bassi raggiunse il grado di capitano medico di complemento e fu nominato direttore dell’ospedale da campo n. 196. Per i meriti conseguiti gli vennero conferite due onorificenze: la Croce al Merito di Guerra e la nomina a Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia. Nell’anno 1928 il dott. Bassi vinse il concorso per Medico Condotto e Primario dell’Ospedale Civile di Castel Bolognese, ove rimase sino al termine della seconda guerra mondiale, ricevendo nel 1944 la nomina a Commissario Prefettizio delle Opere Pie cittadine. La vita a Castel Bolognese scorse tranquilla sino ala sosta del fronte nell’inverno 1944-1945 quando il dott. Bassi spese gli ultimi mesi di vita al servizio della comunità sofferente del nostro Comune.

In mezzo a tanta distruzione portata dal conflitto egli si elevò, conscio delle proprie responsabilità di primario dell’Ospedale, a guida dell’intera organizzazione sanitaria locale, decidendo il trasferimento di tutti gli ammalati, di tutti i feriti e dei servizi nelle cantine dell’ospedale stesso, troppo esposto al tiro incrociato delle artiglierie, lì svolgendovi quotidianamente la sua opera di assistenza. Ogni mattina, sprezzante del pericolo, giungeva alle otto precise in Ospedale ed iniziava la scrupolosa, quotidiana, visita ai feriti, distesi sulle reti dei letti posate sul pavimento della cantina, provvedendo alle opportune medicazioni ed operazioni. Questa triste peregrinazione terminava verso mezzogiorno, ma spesso era interrotta dall’arrivo di qualche nuovo ferito che veniva immediatamente sottoposto alle cure del caso al cospetto di tutti, senza la possibilità di alleviare le sue sofferenze con anestetici, perchè l’ospedale ne era ormai privo, come per l’alcool. Solo l’esperienza del vecchio ufficiale medico richiamò in uso vecchi metodi, validi anche se superati, pur di portare sollievo ai sofferenti.

Non c’era momento di sosta per lui; quando il bisogno lo richiedeva, di giorno o di notte, subito correva a soccorrere i nuovi feriti che necessitavano delle sue cure. La capienza dell’Ospedale, pur così ridotto, fu portata all’inverosimile, ma ogni giorno giungevano altri feriti. Fu così che il dott. Bassi, che era in stretto contatto con il Comitato di Liberazione Nazionale che già clandestinamente funzionava a Castel Bolognese, organizzò il trasferimento dei feriti più gravi e bisognosi di lunghe e più perfezionate cure negli ospedali di Imola e Bologna. Questo pesante lavoro lo segnò definitivamente nel corpo; pur non avendo subito ferite per la guerra, la sua insufficienza renale, che gli avrebbe diversamente richiesto altro e più leggero incarico, si aggravò. Appena un mese dalla fine della guerra Carlo Bassi fu costretto a letto, ormai senza speranza: morì a Bologna il 31 maggio 1945.

Lo Stato gli conferì la medaglia d’argento al valor civile il 5 ottobre 1947 con la seguente motivazione: “Commissario dell’Ospedale Cittadino, mentre in quelle contrade imperversava la guerra, sotto il tiro delle artiglierie continuava a prestare la sua opera alacre ed appassionata curando i malati, operando i feriti. In parte distrutto, in parte lesionato, ricoverava gli ammalati nelle cantine ed ivi continuava, benchè infermo e tra i più gravi pericoli, nella sua opera generosa fino alla liberazione. Prostrato dalle immani fatiche, perdeva successivamente la vita dedicata alla sua alta missione sino all’estremo sacrificio”. Su proposta degli insegnanti, previo parere favorevole del Sindaco e del Prefetto ed il nulla osta del Ministro della Pubblica Istruzione, si volle intitolare l’allora unica scuola elementare della città di Castel Bolognese a questo valoroso medico. Il Provveditore agli Studi di Ravenna la concesse con decreto del 6 agosto 1965.

PAOLO GRANDI

Memorie tratte dall’opuscolo scritto da Tristano Grandi in occasione della pubblica commemorazione, avvenuta il 4 dicembre 1971, per lo scoprimento di una stele donata dalla famiglia Bassi.

Per ulteriori notizie sull’opera del dott. Bassi durante il fronte si veda anche: T. GRANDI: Il servizio di Pronto Soccorso a Castel Bolognese 1944-1945, Castel Bolognese, 1979.


 

Quel Natale ’44…

Questo racconto – testimonianza della generosità del dott. Carlo Bassi, è quasi inedito. Infatti fu pubblicato una sola volta sul periodico castellano “La Torre – giornalino scolastico – voce viva degli alunni della scuola elementare di Castel Bolognese, classe IV sez. C”, redatto e stampato dagli scolari di quella classe sotto la guida del compianto maestro Gino Gaddoni nell’avvicinarsi delle festività natalizie dell’anno 1970. Da poco è stato ritrovato dalla famiglia Bassi e volentieri qui viene pubblicato.

Il portone era socchiuso. Il ragazzo concitato lo spinse senza far caso al picchiotto. Battè col pugno sulla porta a vetri, aspettò qualche secondo che gli parve un’eternità. “C’è il dottore?” “Sì, ragazzo mio!” “Subito, in fretta!” La donna lo squadrò con una certa ostilità. Comparve il dottore. Questi e il ragazzo s’intesero. “Torno subito!” disse per tranquillizzare la donna, e al ragazzo: “Fai strada !” I proiettili passavano bassi, alti, frusciando, scoppiando qua e là. Un sibilo breve, rabbioso. Uno squarcio lacerante. Una vampata calda. Terra in aria. Il ragazzo volgendosi vide l’uomo procedere calmo: scuoteva dal braccio qualcosa… “Vai !” gli disse. E furono dall’ammalato.

Sopra un, materasso il bimbo rantolava. Il dottore guardò accigliato. Si sedette sull’unica sedia spagliata. Girò e rigirò fra le mani il corpicino del malato, ascoltò, palpò. “Polmonite!” disse. Pensieroso titubante prese fuori il ricettario. (Ah, vecchia abitudine!…) “Ecco!” disse “la medicina l’ho io”. Da un portafogli a fisarmonica tolse un cartoccino: due pastigline giallognole. Le diede alla madre. “Mezza pastiglia in un cucchiaino di latte tuo. Capito? La sfarini, la stemperi nel latte e gliela dai. Fa miracoli, questa. E…non si trova!”. Stetoscopio, occhiali di tartaruga, tutto sparì nella tasche fonde del paltò nero….

“Buona fortuna” disse… Il padre, muto fino allora: “Cosa le devo, dottore?” “Che se la cavi “. E aprì l’uscio da solo. Il ragazzo lo seguì. ” No, tu, no. Guarda!” La manica bruciacchiata del paltò era insanguinata… Il ragazzo capì: il proiettile di prima… Lo vide allontanarsi tra i tigli del viale, calpestando quel velo leggero di nevischio gelato. Era il Dottor Bassi cui oggi è intitolata la nostra scuola.

Articolo tratto da "Il Resto del Carlino" del 07/12/1971, pag. 7

Articolo tratto da “Il Resto del Carlino” del 07/12/1971, pag. 7

 

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