Girolamo Pallantieri (1623–1685)

Oratore Sacro

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Ritratto di Fra Girolamo Pallantieri,
conservato a Castel Bolognese nella Sala Consigliare del Municipio.

Da Baldassarre Pallantieri ed Ippolita nasce il 3 dicembre 1623 in Castel Bolognese Carlo, che vestirà l’abito dei Minori Conventuali, forse nel Convento di Castel Bolognese, mutando il suo nome in Girolamo, probabilmente per onorare i suoi predecessori in religione che ebbero tal nome. Baldassarre Pallantieri, figlio di Alessandro annotato quale Dottore, è anche padre di Africano (1614) che sarà assieme al cugino Tiberio il primo ospite del collegio Pallantieri di Bologna. Completata la formazione umana, cristiana e religiosa ed emessa la professione, Girolamo fu ordinato sacedote e conseguì il grado di sacræ theologiæ  magister, docente e reggente in vari Studi dell’Ordine. I superiori, apprezzandone le doti ed il tatto, lo destinarono anche alla predicazione e, di fatto, meritò ampia fama nelle località, in prevalenza dell’Italia settentrionale, dove annunzio la divina parola, quali Vicenza, Verona, Modena, Bologna, Milano, Venezia, Genova, Cremona ed altre. Come gli omonimi parenti pubblicò molto poichè in quell’epoca la stampa rappresentava un mezzo per ampliare la propria azione pastorale; alcuni estimatori laici come ecclesiastici, umili e prestigiosi, lo pressavano a mandare in luce i suoi scritti e i superiori gli concedevano di adoperare per le spese di stampa parte delle offerte avute con la predicazione. Girolamo, amantissimo del suo Convento di Castel Bolognese lo dotò di copiosi libri, ed arricchì la chiesa di preziose suppellettili dice il Fantuzzi.

Memorando l’episodio accaduto a Fra Girolamo mentre predicava l’avvento del 1654 nella chiesa di San Francesco a Bologna, che era quella del suo ordine, riferito dal Piana nel volume Attività e peripezie dei Padri del Convento di S. Francesco in Bologna per la difesa e propagazione del culto dell’Immacolata Concezione nel Seicento: nel fervore del panegirico per l’Immacolata, tenuto l’8 dicembre, si lasciò sfuggire qualche espressione di biasimo contro l’opinione maculista propugnata dai Domenicani. Denunziato per questo dall’Inquisitore, il Domenicano P. Guglielmo Fuochi da Moncalvo, Girolamo fu incarcerato per quattro mesi dal dicembre 1654 al 17 aprile 1655, quando fu liberato per l’intervento del cardinale Antonio Barberini.

Girolamo Pallantieri morì attorno al 1685. Varie sue opere sono conservate in biblioteche di tutta Italia. Di lui si ricordano “Sei discorsi sulla Madonna” pubblicati nel 1664; sue sono cinque lettere all’agostiniano padre Agolico Aprosio conservate nella Biblioteca Universitaria di Genova, ove i due religiosi si scambiano notizie di cultura letteraria: Girolamo infatti scrisse e pubblicò anche opere di carattere non religioso, come il poemetto Ercole Porporato edito nel 1674, elogiativo del cardinale Carlo Rossetti Vescovo di Faenza. Di queste lettere, quattro sono datate a Castel Bolognese: si può pertanto supporre che tra il 10 settembre 1673 e il 26 novembre 1675 Girolamo Pallantieri abbia soggiornato in Patria anche se dalla lettura di esse si scopre un dinamico francescano che visita vari Conventi fra Bologna, Padova, Ferrara e Roma. Proprio per il Capitolo Generale che si celebrò a Roma a partire dal 5 gennaio 1677, il Pallantieri scrive di essere stato incaricato dai superiori di tenere una predica.

Castel Bolognese conserva un ritratto di questo illustre Francescano: si tratta di un dipinto di Antonio Triva datato 1655, esposto in Municipio nella Sala Consigliare. Il giovane frate, dall’aria severa, è seduto; tra le mani stringe un libro, aperto, sotto il quale sporge, leggermente piegata, una carta ove si legge: F. HIERONIMVS PALLANTERIVS BALADASSARRIS FILIVS AETATIS SVAE ANN. XXXII. ANT. TRIVA F. ANN. MDCLV.

Paolo Grandi

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