Claudia Muzio: un soprano tra Riolo Terme, Castel Bolognese e il mondo

Claudia Muzio nel 1918 (immagine tratta da Wikipedia)

Claudia Muzio nel 1918 (immagine tratta da Wikipedia)

La ricostruzione di questa storia nasce dai ricordi incrociati di mio padre (che a sua volta riferiva anche quelli di mio nonno Pompeo) e del maestro Giovanni Fabbri di Riolo, memoria storica della cittadina termale.
Protagonista una famosissima e ricchissima cantante lirica italiana di origini pavesi: Claudia Muzio (Pavia, 7 febbraio 1889 – Roma, 24 maggio 1936).
Era la figlia di un impresario di teatro d’opera, e ciò la portò fin dall’infanzia a viaggiare in tutta Italia, così come in Europa e in America. Si trasferì a Londra all’età di due anni, rimanendovi fino ai sedici, quando tornò in Italia a Torino, dove iniziò gli studi musicali con Annetta Casaloni, proseguendoli successivamente a Milano con Elettra Callery-Viviani.
Debuttò ad Arezzo nel 1910 come protagonista di Manon di Massenet e nonostante la sua giovane età fece rapidi progressi, fino a debuttare nel 1913 al Teatro alla Scala, e successivamente all’Opera di Parigi, al Covent Garden di Londra, al Metropolitan di New York e in altri importanti teatri del mondo. Fu attiva in particolare a Buenos Aires e proprio in Argentina ebbe una relazione con il giovane armatore greco Aristotele Onassis, seppur dopo un legame con l’impresario Ottavio Scotto nel 1929 sposasse il ventiquattrenne Renato Liberati che le fece da segretario.

Claudia Muzio nel 1929 (immagine tratta dal sito www.cantabile-subito.de)

Claudia Muzio nel 1929
(immagine tratta dal sito
www.cantabile-subito.de)

La Muzio era nota come la “Divina” per la sua grande capacità di immedesimazione, che fu accostata a quella di Eleonora Duse nel teatro di prosa, ed ha ispirato la futura Divina per eccellenza, Maria Callas, nell’approccio al personaggio di Violetta Valery ne “La Traviata”, anche se con una voce più morbida e meno aggressiva; fu anche notevole interprete di Turandot nel ruolo principale e de “La sonnambula”. Ha cantato assieme ai più grandi interpreti del canto operistico dell’epoca, da Enrico Caruso e Beniamino Gigli a Giuseppe De Luca, Ebe Stignani e Giacomo Lauri-Volpi e nei più grandi teatri del mondo.

Per diversi anni quando gli impegni lo permettevano, passava lunghi periodi di soggiorno a Riolo, ove era considerata una vera amica; memorabile il concerto per beneficenza eseguito nella piazza del paese il 6 settembre 1932, si racconta alla presenza di oltre 10.000 spettatori. Il suo rifugio era l’albergo Italia, sulle mura, (oggi Golf Hotel delle Terme) dove occupava un’intera suite al primo piano che comprendeva la stanza d’angolo col balcone che dà sulla valle, spesso affacciandosi da lassù per ammirare il bellissimo panorama, di cui si beava. Non girava mai sola ma attorniata da una schiera di segretarie e camerieri.
Ebbene, per raggiungere Riolo, la Muzio non poteva che arrivare in treno a Castel Bolognese. Bellissima, elegantissima, scendeva dalla carrozza di prima classe e mentre i facchini scaricavano dal bagagliaio numerosi e pesanti bauli, lei raggiungeva il Caffè della Stazione per sorseggiare qualcosa intrattenendosi in una breve ma cordiale conversazione con i miei nonni.
Fuori, nel piazzale, l’attendeva l’autista in livrea ed era uno spettacolo anche vederla salire sulla grande Isotta-Fraschini bianca, una tipo 8 coupé de ville che l’avrebbe condotta a Riolo. Quest’automobile era tra le più esclusive al mondo: costava 150.000 lire e ne possedevano una Rodolfo Valentino, Gabriele D’Annunzio, Benito Mussolini, Umberto di Savoia e l’Automobil Club d’Italia ne regalò una a papa Pio XI.
La riconoscenza della Muzio verso Riolo divenne di dominio universale in una memorabile intervista rilasciata al Metropolitan di New York prima di uno spettacolo e captata anche nella cittadina termale sulle onde corte della radio dove ringraziò “tutti i simpatici cittadini di Riolo Bagni per la loro ospitalità e cordialità”.
Claudia Muzio fu trovata morta il 24 maggio 1936 all’età di 47 anni, in una camera d’albergo a Roma, dopo un periodo di malattia. Si discusse molto sulle possibili cause della morte, ipotizzando anche un suicidio. In realtà ella era in condizioni di salute non buone e sempre più imminente appariva o l’abbandono delle scene, o un lungo periodo di riposo, tanto che le era stata posta accanto Maria Pedrini come riserva.
È sepolta al Cimitero del Verano. Un cordoglio unanime salì da Riolo Terme per la perdita di questa sincera amica.

Paolo Grandi

Claudia_Muzio_albergo_italia

L’Albergo Italia in un’immagine del passato e in una recente. Attualmente si chiama Golf Hotel delle Terme. (immagini tratte dal sito dell’hotel)

Claudia_Muzio_Isotta_Fraschini

Isotta Fraschini 8A Coupè de Ville Cesare Sala, 1926 (immagine tratta dal sito http://www.bonfantigarage.it)

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