Domenico Ginnasi, Governatore della Campagna

Questa antica landa laziale corrisponde, grossomodo, all’attuale provincia di Frosinone, da sempre terra di briganti, fiorenti per la povertà e per il mancato sviluppo delle risorse agricole. Ad estirpare il brigantaggio papa Sisto V nominò Vicelegato della Provincia l’allora Mons. Domenico Ginnasi; questo fu nel 1585 o nei primi mesi del 1586. In lui il Pontefice vide quella una persona forte, ma equilibrata necessaria per estirpare, cosa che fece, ladri banditi e sicari, rendendosi amabile nonostante il rigore nell’esercizio della Giustizia.

Così il Mezzamici, primo biografo del Ginnasi, ricorda quel periodo: “Quando i delinquenti erano condannati a pagare per mano del Carnefice sul patibolo della pena, Domenico nella notte antecedente all’esecuzione, ne consumava di gran parte vegliando e orando per la salvezza delle loro anime, e talvolta ancora somministrava alle loro figliuole nubili qualche sussidio dotale“.

Nel 1586 il Ginnasi fece costruire a Frosinone una cappellina e dipingere un’immagine della Madonna che prenderà il titolo di “Madonna della neve”. In questa cappella venivano introdotti i condannati a morte perchè chiedessero il Divino Perdono prima dell’esecuzione della sentenza. Successivamente, nel 1675, l’Immagine fu vista stillare dalla fronte gocce di sudore e, certificato il fatto prodigioso, essa venne traslata in una nuova chiesa iniziata nello stesso anno e consacrata nel 1678. Dieci anni più tardi la chiesa viene affidata ai Padri Agostiniani che vi apriranno un convento e qui resteranno sino alla soppressione del Governo Italiano del 1873, tornandovi nel 1937. Gravemente danneggiati nei bombardamenti della seconda guerra mondiale, chiesa e convento furono demoliti e ricostruiti e, nel maggio del 1957, l’Immagine potè essere portata nella nuova chiesa.

Paolo Grandi

La Madonna della Neve

La Madonna della Neve

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