Le iscrizioni romane nel ponte sul Senio

L’antico ponte sul Senio originariamente largo m. 4,60, costruito in prevalenza con blocchi di spungone, fu allargato negli anni 1893-94 e le iscrizioni che conservava nelle sue fondamenta furono ricoperte dalla nuova struttura. L’ingegnere provinciale Pietro Rossini che dirigeva i lavori fece fare dei calchi delle iscrizioni, ora conservati nella pinacoteca di Faenza. Il primo è alto m. 0,63 e largo m. 1,08, le lettere della prima linea sono alte mm. 190, le altre mm. 150; il secondo è alto m. 0,43 e largo m. 0,45.

Prima di quel tempo le iscrizioni incise in quei massi erano state notate e trascritte dal Giordani (ndr. la versione del Giordani era: Q.F.POL.P.P.O.L.D:DIA:P.Z.) però in maniera imperfetta tanto che, quando furono pubblicate la prima volta sul C.I.L., il Borman le aveva dichiarate indecifrabili e lui stesso riesaminò i calchi e ne rettificò la lettura negli Additamenta. L’iscrizione principale ha una eccezionale importanza in quanto ricorda personaggi della famiglia Didia appartenente alla Tribù Pollia faentina, inoltre perchè la bellezza e l’altezza delle lettere indicano la provenienza da un grandioso monumento di età imperiale forse esistente lungo la via Emilia.

Q · F · POL
F · POL · DIDIA · P · F ·
[P(ublius) Didius ?] Q(uinti) f(ilius) Pol(lia) [—]; [· Didius P(ubli) ?] f(ilius) Pol(lia); Didia P(ubli) f(ilia) T [—]

BO

Il ponte fu distrutto nel 1944 in seguito alle vicende belliche e pare che le lapidi siano state ritrovate successivamente fra le macerie, ma non conservate.

Tratto da: Castelbolognese: il territorio dalla preistoria al Medioevo / Valerio Brunetti, Francesca Zama. – Castelbolognese: Amministrazione comunale, 1985.

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