Elenco e notizie sui feriti dai giornali dell’epoca

Sui giornali dell’epoca furono riportati vari elenchi dei feriti (alcuni molto gravi), ricoverati negli ospedali di Castel Bolognese, Faenza ed Imola. Nell’impossibilità di fare un lungo lavoro di riscontro su tutti i nomi, si riporta qui quello pubblicato sul Corriere della Sera del 9 marzo 1962. Seguono poi alcune storie dei feriti, tratte da altri quotidiani.

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Amputate le gambe a un giovane ferito nel disastro ferroviario

La commovente vicenda di due emigranti morti nella sciagura

Le condizioni generali dei numerosi feriti della tragica sciagura ferroviaria di Castel Bolognese, ricoverati presso gli ospedali di Faenza, Imola e Castel Bolognese, sono sensibilmente migliorate. Nella giornata di ieri, quattro feriti sono stati dimessi dall’ospedale di Imola, mentre sette hanno lasciato il nosocomio di Faenza e cinque l’ospedale di Castel Bolognese. I feriti, tuttora ricoverati in condizioni più o meno gravi, ma comunque non preoccupanti, sono ventinove a Faenza, venticinque a Imola e venti a Castel Bolognese. Alcuni di essi verranno dimessi domattina.

Ma Lorenzo Beccio, il giovane di Tolve di Potenza, al quale i chirurghi dell’ospedale di Faenza hanno amputato una gamba, dovrà, purtroppo, per le gravi ferite riportate, essere sottoposto all’amputazione anche dell’altro arto. Ii giovane, che è sposato e ha un bambino, stava viaggiando sul “treno della speranza” diretto in Germania, ove avrebbe lavorato in qualità di muratore. All’ospedale civile di Imola, dove sono degenti assieme ad altri loro compagni di sventura, due viaggiatori del tragico direttissimo Lecce-Milano sono stati sottoposti all’amputazione di una gamba. Uno è Domenico Di Paolo di 46 anni residente a Campli (Teramo), cui i medici hanno dovuto tagliare la gamba destra; il secondo è Luigi Ferretti, di 34 anni da Atri (Teramo) al quale è stata recisa la gamba sinistra. Per entrambi è stata mantenuta la prognosi riservata. La prognosi riservata è stata tolta ad Angelo Giudice di 25 anni da Roseto Val Fortone (Chieti) che guarirà in 10 giorni; Nino Melchiorre di 30 anni da Gesso Palena (Chieti), 15 giorni; Pietro Biaggiola di 23 anni da Montecassiano (Macerata), 15 giorni.

A Castel Bolognese, Faenza e Imola sono ancora presenti molti dei parenti degli emigranti meridionali, che sono ospitati dalle generose famiglie romagnole. Attorno a loro vi è generale solidarietà ed attenzioni non solo perchè rimasti cosi duramente colpiti dalla malasorte, ma anche perchè impersonificano il dramma della miseria del Mezzogiorno d’Italia. Appare particolarmente penoso il caso dei due amici Domenico De Rosa e Rocco Gesualdi entrambi deceduti. Tutti e due erano sposati con tre figli. Abitavano a Panni, un paesino sperduto della Lucania, a 870 metri d’altezza, in provincia di Potenza, Lo scorso anno avevano trovato lavoro come manovali edili in Germania. Ritornati a casa, il padrone li aveva avvertiti, il 4 scorso, che potevano ritornare a lavorare all’estero. Sarebbero dovuti ripartire il giorno seguente. ma vollero trascorrere due giorni di carnevale insieme alla moglie e ai figlioletti. Sono morti entrambi, l’uno vicino all’altro, straziati, con le valigie fracassate, e i miseri panni sparsi fra i rottami del treno.

Da L’Unità, 12 marzo 1962, cronache di Bologna


Tra i feriti due sposi reduci dal viaggio di nozze

Il sottosegretario ai ‘Trasporti, onorevole Cappugi, e il direttore generale delle Ferrovie ingegner Rissone hanno visitato stasera i feriti della sciagura ferroviaria ricoverati negli ospedali di Castel Bolognese, Faenza e Imola. Quando l’onorevole Cappugi e l’ingegner Rissone hanno effettuato la visita all’ospedale di Castel Bolognese — che raccoglie per lo più feriti leggeri — sono cominciati ad affluire al nosocomio, provenienti per lo più dal Meridione, i congiunti dei viaggiatori del direttissimo 152 rimasti coinvolti nell’incidente.

Più lunga è stata la visita all’ospedale di Faenza che accoglie, con quello di Imola, i feriti più gravi. I primi feriti sono giunti nelle sale di medicazione alle 2,25 e i medici hanno medicato e operato ininterrottamente fino alle 17 del pomeriggio. Complessivamente è stata eseguita, in due distinte sale, una ventina di interventi di rilievo tra chirurgia e ortopedia.

A Faenza sono ricoverati due sposi reduci dal viaggio di nozze. I due, Carmela e Donato Muscella, rispettivamente di 24 e 30 anni, si trovano nello stesso ospedale, entrambi nella impossibilità di muoversi ma felici di esser vivi. […]

Dal Corriere della Sera, 9 marzo 1962


Fuori pericolo tutti i feriti nel disastro di Castel Bolognese

Faenza 14 marzo, notte.
A sei giorni di distanza dal disastro ferrovlario di Castel Bolognese i feriti ancora ricoverati negli ospedali della zona ammontano a 61. Dei sessantuno feriti, a Castel Bolognese ne risultano attualmente ricoverati 18 dei 25 che furono accolti in ospedale la mattina dell’8 marzo scorso; a Faenza 29 su 35; a Imola 14 su 29. I feriti gravi sono stati dichiarati fuori pericolo e vanno sempre migliorando.

Dal Corriere della Sera, del 15 marzo 1962

Una corsia dell’ospedale di Imola nel quale furono ricoverati molti feriti (foto tratta da “Stasera”, 8 marzo 1962)

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