Ercole Fichi (1595-1665)

Ritratto di Ercole Fichi (Imola, Biblioteca Comunale)

Ritratto di Ercole Fichi (Imola, Biblioteca Comunale)

Ercole Fichi, figlio di Vincenzo, nacque a Castel Bolognese presumibilmente nell’ultimo decennio del sec. XVI. Secondo il Thieme-Becker nacque nel 1595 ma l’unica notizia che comprovi la validità di questa data è del Giordani. Scarse sono anche le notizie riguardanti i primi tre decenni della sua vita. Malvasia (1678) dice che fu allievo di Emilio Savonazzi e che “dopo un lungo girare … il mondo” fissò la sua dimora a Bologna per “lavorarvi di stucco e far lo scultore”. Qui la sua attività è documentata dal 1636 al 1663. A Bologna il Fichi abitò per un lungo periodo nella Parrocchia di S. Maria dei Foscherari ed ebbe per moglie Elisabetta Favolini morta secondo Oretti (sec. XVIII) nel 1657.

La prima data che documenti la sua attività di architetto è del 1633, anno in cui fu pagato dalla Compagnia della Madonna dei Servi di Imola per disegni eseguiti per una cappella della chiesa (Imola. Bibl. Comunale, Memoriali letti in consiglio, 1630-1639). Fra il 1633 e il 1635 compare nei libri dei pagamenti della famiglia Spada per cui lavorò nella chiese di S. Paolo a Bologna e S. Maria dell’Angelo a Faenza. Paolo Spada, tesoriere del papa a Roma, aveva disposto, come lascito testamentario la “fondazione della Congregazione Paolina di Brisighella per opere pie”; dalla rendita doveva essere finanziata la costruzione di una cappella di famiglia che, alla morte del padre (1631), il figlio Virgilio decise di erigere a Bologna. Più che della costruzione di una cappella di famiglia si trattò di un fattivo contributo economico che gli Spada diedero alla “fabbrica” di due chiese: San Paolo a Bologna e Santa Maria dell’Angelo a Faenza; contributo che permise agli Spada di aver diritto alla scelta degli arredi decorativi del coro e alla costruzione di tombe di famiglia. entrambe le chiese erano ancora in costruzione al tempo della morte di Paolo Spada. San Paolo, iniziata nel 1606 su progetto di Ambrogio Magenta, non aveva ancora né la cupola (iniziata nel 1634), né la facciata (terminata nel 1636). Del Fichi sono il disegno della facciata e le due statue in stucco raffiguranti San Carlo Borromeo e San Filippo Neri delle nicchie. L’incarico gli venne affidato nello stesso periodo in cui Cesare Conventi eseguì le statue in marmo di San Pietro e San Paolo. Nei libri della “fabbrica” di S. Paolo risulta che al Fichi furono pagate 600 lire cui si aggiunse un “donativo” di altre 300 (Guidicini 1868). Santa Maria dell’Angelo, iniziata nel 1621, su disegno di Girolamo Rainaldi, non era ancora terminata nel 1646. I costruttori locali non erano stati capaci di realizzare adeguatamente i progetti del Rainaldi: per questo il Fichi venne chiamato nel novembre del 1646 (Corbara, 1940) per eseguire una perizia sugli errori commessi dalle maestranze locali. Secondo il Güthlein (1978) il Fichi approntò dei nuovi disegni per la costruzione della cupola che vennero spediti a Roma al Rainaldi da cui furono approvati. Ascrivibile alla committenza Spada sono anche i disegni degli ornati per la chiesa delle monache di S. Francesca Romana di Brisighella. Il Fichi venne pagato per gli stucchi del coro, per i modelli e per i disegni dei cornicioni, dei capitelli e delle basi.
Nel 1638 fu affidato ad Ercole Fichi da Francesco Passatelli, priore della Compagnia del Rosario, il controllo dei lavori per la costruzione della cappella della Vergine del Rosario nella chiesa di San Domenico di Imola. Del Fichi è il disegno originario (rogito del notaio F. Porzi del 5 giugno 1638). I lavori vennero ultimati probabilmente nel 1647; dopo questa data non figurano ulteriori pagamenti (rogiti di F. Porzi e M. A. Porzi). Sicuramente sovrintese ai lavori di completamento della cappella mentre già viveva stabilmente a Bologna. Nel 1641, infatti, era già stato nominato architetto pubblico coadiutore di Vincenzo Porta.

Nel 1644, alla morte di quest’ultimo, il Fichi ne prese il posto. La carica gli fu riconfermata nel 1648 e nel 1656 (Arc. di Stato di Bologna,Senato-Partiti). Nel 1663 l’Assunteria di Munizione decise di affiancargli un giovane architetto che godesse di metà della “provvigione” assegnata per l’incarico come era già avvenuto al Fichi col Porta. Concorrenti figurano Paolo Canali, Bartolomeo Belli e Giovanni Socchi che lavorò col Fichi alla facciata della chiesa di S. Paolo. dopo il 1663 l’attività del Fichi come architetto pubblico non è più documentata.

L’Assunteria di Munizione lo incaricò principalmente di perizie e restauri alle mura e alle porte. Nel 1643 fu incaricato di fare un primo sopralluogo a porta S. Vitale, cui seguirono i restauri; nel 1651 gli fu affidata una nuova perizia. Nel 1643, inoltre, gli fu commissionata la fortificazione, rivellino e rinforzo a mezzaluna delle porte S. Felice e Galliera. Dal 1643 al 1661 sovrintese ai lavori di restauro e poi di ricostruzione di Porta Galliera: ad una prima richiesta di perizie e disegni (1643) seguì l’incarico di regolamentare le acque del vicino canale che pregiudicavano la stabilità delle fondamenta e di occuparsi del coperto (1644). Nel 1646 fu pagato 1.000 lire per i lavori di escavazione del nuovo canale limitrofo alla porta; del 1647 è una relazione sul costo dei legnami per i ponteggi. Del 1650 è la richiesta dell’Assunteria di nuove perizie per la stabilità della porta, sempre più compromessa. Nel 1659 ancora l’Assunteria di Munizione richiese nuovi disegni della pianta e ne sollecitò altri, lo stesso anno, per l’alzato. Nel 1660 i lavori procedettero seguiti congiuntamente dal Fichi e da Bartolomeo Provaglia che, nel 1661, seguì da solo il completamento della nuova porta.

Del 1653 e del 1655 sono due perizie del Fichi per il risanamento di un tratto delle mura a porta Lame; alla perizia del 1653 è allegato un disegno con due ipotesi di intervento (Archivio di Stato di Bologna, Assunteria di Munizione, Recapiti 1653-1762). Relazioni sullo stato di Porta Mascarella e di Porta S. Mamolo sono rispettivamente del 1659 e del 1655; seguirono i lavori di consolidamento e di rinforzo.

Nel 1660 venne incaricato assieme a Paolo Carli, architetto già attivo a Roma, di presentare i disegni per la nuova porta di Strada Maggiore. Successivamente il lavoro venne lasciato al Fichi che il 17 dicembre dello stesso anno ricevette come compenso una “provvigione” annua di 200 lire. Nel 1656, nel 1658 e nel 1659 seguì la ristrutturazione delle scale e i lavori di consolidamento della struttura muraria della torre degli Asinelli.

Nei due decenni in cui rivestì la carica di architetto pubblico si occupò anche della regolamentazione delle acque e dei lavori di mantenimento dei soldati e della armeria. Nel palazzo pubblico si occupò dei lavori alla torre dell’orologio e dei restauri alla statua di Paolo III.

Secondo il Giordani (1826) il Fichi morì nel 1665 all’età di settanta anni e venne seppellito nella chiesa di San Giovanni in Monte di Bologna: effettivamente nei registri dei morti della chiesa trascritti da B. Carrati compare un Ercole dal Fico alla data 16 gennaio 1665.

Tratto da: Dizionario Biografico degli Italiani.

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