Giuseppe Rossi (1818-1899)

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Nacque a Castelbolognese l’11 Ottobre 1818 da Nicola e da Domenica Ricci, ma la sua famiglia ebbe origine da Vandino detto il Rosso da Vernello (Tebano di Faenza) nel 1340.
Seguì gli studi classici, frequentando anche il collegio di S. Luigi di Bologna, e si laureò in giurisprudenza verso il 1840.

Il periodico faentino “L’Imparziale”, nel numero del 15 Novembre 1846, elogiando una poesia in latino con la quale commemorava l’elezione al triregno di Pio IX, lo definisce “dottore in ambo le leggi”. Altre lodi dello stesso giornale – 15 Febbraio 1845 – le ricevette in occasione di un’elegia, sempre in latino, scritta per i funerali del parroco Giorgio Antonio Morini, già rettore del Ginnasio e maestro di belle lettere nel Seminario diocesano di Faenza.

Scrisse altri componimenti per le nozze Ginnasi-Dal Pozzo; su “Don Bosco nella gloria dei beati”; in memoria del conte Antonio Gessi e della marchesa Luisa Cattani Troni; in onore di Giuseppe Tornazzi; in morte del conte Tiberio Pasolini; una canzone alla Vergine delle Grazie; ecc. Dettò le iscrizioni sugli archi di trionfo eretti per la visita di Pio IX (1857) a Castelbolognese e raccolse elegie, canzoni, odi, epistole, epigrammi nel libro “Carmina”, uscito in diverse edizioni. Riconoscimenti calorosi gli giunsero da Lorenzo Costa, da Luigi Cibrario e da Cesare Cantù.

Venne nominato conte da Pio IX; fece parte di diverse Accademie; ebbe la commenda dell’Ordine del Santo Sepolcro e godé del privilegio di essere cameriere di Spada e Cappa di papa Leone XIII.

Il Rossi, trasferitosi a Faenza nel 1842, sposò, nel 1846, la contessa Carolina Dal Pozzo, di Imola, dalla quale ebbe due figli. Rimase per lungo tempo legato al paese nativo ove copri la carica di consigliere comunale, per la parte cattolica, dopo l’unità nazionale. All’epoca delle leggi che limitavano le vestizioni nei conventi (1866), accolse nel suo palazzo di Faenza undici suore entrate dopo il divieto e perciò obbligate ad uscire. Nel 1884 donò al convento dei frati cappuccini di Castelbolognese, oltre dieci are di terreno per ampliare l’orto.

Morì a Bologna il 12 Aprile 1899.

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A sinistra la copertina della quarta edizione dei Carmina di Giuseppe Rossi. Qui sopra lo stemma della famiglia Rossi (tratto, assieme al ritratto di inizio pagina, da una incisione contenuta all’interno dei Carmina). I conti Rossi, originari di Castel Bolognese, parrocchia di Biancanigo (ove esiste tuttora l’oratorio Rossi posto a fianco della villa Rossi, distrutta dai tedeschi nel 1944), vivevano a Faenza nell’attuale Corso Mazzini nel palazzo Spada Rossi, andato distrutto durante la seconda guerra mondiale. Il palazzo Rossi sorgeva dove oggi c’è Piazza Due Giugno. 

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Luttino distribuito in occasione dei funerali di Giuseppe Rossi

Testo tratto da: “Un paese di Romagna: Castelbolognese fra due battaglie: 1797-1945” Pietro Costa. – Imola : Galeati, 1971.

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