Ricordo di Giordana Garavini (1924-2018)

Giordana Garavini a 12 anni, ritratta a Rio de Janeiro durante il Carnevale del 1936. Il bellissimo abito era stato confezionato dalla madre Emma Neri (Archivio Giordana Garavini).

(pagina a cura di Andrea Soglia)

Il 16 marzo 2018 è morta a Castel Bolognese Giordana Garavini, ultima esponente di una storica famiglia anarchica castellana ed ultima testimone diretta di un capitolo importante della storia del nostro paese e di quei forti ideali che resistettero alla dittatura ma dei quali, attualmente, non rimane pressoché traccia. Figlia di Nello Garavini ed Emma Neri, Giordana era nata a Milano il 19 ottobre 1924. Era l’anno del delitto Matteotti e i genitori avevano lasciato Castel Bolognese per sottrarsi meglio alla sorveglianza e alle persecuzioni. Nel 1926 i coniugi Garavini scelsero di emigrare in Brasile per sfuggire a persecuzioni ancora peggiori, e così Giordana trascorse circa 20 anni a Rio de Janeiro, salvo un breve periodo passato a Castel Bolognese presso i nonni paterni. Rientrò definitivamente a Castel Bolognese nel 1946 e aderì da subito alla Federazione Anarchica Italiana. Sposò poi l’ingegnere Giuseppe Bassi, figlio dell’indimenticato medico Carlo Bassi. Dall’unione con Giuseppe nacquero due figli, Carlo e Paolo.
Dopo la scomparsa dei genitori, Giordana proseguì la loro attività nella Biblioteca Libertaria “Armando Borghi“, impegnandosi per un trentennio, dal 1985 fino al 2014. Fu socia fondatrice della Cooperativa che prese in gestione la biblioteca nel 1985 e ne fu vicepresidente, presidente ed infine presidente onorario.
A questo breve profilo biografico facciamo seguire un ricordo di una sua storica amica, Pina Dalpozzo.

Giordana

Quando te ne sei andata, ti sei portata via tutte le nostre divertenti, allegre ore, discussioni, litigi, amicizia, tristezze, dolori, ma l’affetto, i ricordi no.
Vorrei coprire la tua tomba di garofani rossi, coraggiosi come te.
Te ne sei andata inosservata, in silenzio, sempre sperando nel giorno della resurrezione dell’Umanità.
Mi hai lasciato un regalo di parole, di racconti, di rimpianti. Mi mancano i nostri incontri serali, le nostre confidenze, mi sento sola ma non triste.
Svegliasti la mia consapevolezza e coerenza.
Mi mancherai sempre.

La tua amica Pina.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *