Ricordo di Mary, Maria Tagliaferri (1929-2022)

di Donatella Casadio

Nell’apprendere della scomparsa della storica “profumiera” di Castello Lina Castellari, trovo sia arrivato il momento di inviare a questa pagina un ricordo della sua “rivale” Mary.
Ho avuto la fortuna di conoscerle entrambe e si assomigliavano molto; la loro rivalità di bottega durata decenni non ha mai impedito loro di riconoscersi simili e avere un legame di collaborazione e amicizia, soprattutto negli anni della pensione.
Maria Tagliaferri, Mary, come la conoscevano i castellani, Meri per suo marito Battista Ricchi e suo figlio Antonio, se n’è andata tre anni fa, il 29 Maggio 2022, durante la festa di Pentecoste.
Un giorno di festa, e non poteva essere diverso per una persona che fino alla fine dei suoi giorni ha saputo illuminare la stanza con il suo sorriso e i suoi occhi azzurri.
L’insegnamento più grande di Zia Mary è stato il suo atteggiamento nei confronti della vita: sempre sorridente e positiva, non si lamentava mai e affrontava ogni giornata con un sorriso radioso.
Trovava sempre il modo di reagire ai problemi e alle avversità con una creatività sorprendente perché – diceva – “noi che abbiamo vissuto la guerra abbiamo imparato che se una cosa non si può fare in un modo si fa in un altro”.
Quando in giro per Castello prima con la sua bici, poi con il deambulatore decorati con i fiori incontrava qualche amica coetanea che si lamentava degli acciacchi rispondeva “an sì brisa cuntenta che a j’avé mess un etar Nadèl”?
Alla compagnia dei coetanei ha sempre preferito i giovani con i quali ha condiviso lo stesso spirito fino a pochi mesi prima di morire.
A testimonianza racconto un piccolo aneddoto di me bambina di 8 anni, quando l’aiutavo a fare i pacchetti di Natale in Profumeria.
Si presentò un rappresentante di carte e nastri per i pacchetti, proponendole di stampare la carta regalo personalizzata con la scritta “PROFUMERIA MERI”.
Io, già Miss Precisini allora, obiettai che non si scriveva “MERI” ma – come in inglese “MARY”.
Alle insistenze del rappresentante a favore della sua tesi, zia lo mise a tacere dicendo “se mia nipote dice che si scrive così, scriviamo così”: una iniezione di fiducia in me bambina molto più preziosa dei diplomi che diamo oggi ai nostri figli per eventi a volte anche poco significativi.
Tutti noi nipoti, non solo me e mia sorella ma anche i nostri figli abbiamo avuto la fortuna di percorrere un bel tratto di cammino insieme e serberemo sempre nel cuore il suo modo di vivere e il suo sorriso.
Siamo certi che sia lo stesso per tutti quelli che l’hanno conosciuta.
Mi resta il rammarico di non aver raccolto dalla sua viva voce la sua testimonianza di figlia maggiore e maggiore fra i ragazzini della famiglia Tagliaferri, nel difficile periodo bellico e post-bellico, a Monte Battaglia, dove era nata.
Nonno Attilio fu fucilato assieme ad altri in un campo a San Rufillo nel 1944, aveva 43 anni.
Zia Mary si trovò a diventare grande in fretta, come succede ai bambini durante la guerra, e a fare da guida non solo a sua sorella Elena – “Lina”, mia mamma – ma anche a un bel numero di cugini e cugine.

Di seguito il racconto pubblicato sulla 1 edizione della pubblicazione della Compagnia dei Racconti

INTERVISTA A MARIA TAGLIAFERRI

Sono nata nel 1929 e ho vissuto a Casola Valsenio sino all’età di 25 anni.
Ho incontrato mio marito assieme a sua cugina, una mia amica quando ancora abitavo a Casola Valsenio. In quel periodo lui studiava a Reggio Emilia: ci scrivevamo molte lettere, mi spediva molte cartoline. Quando lui finì gli studi, trovò subito lavoro per il partito a Castel bolognese. Anche al suo ritorno ci incontravamo spesso: tutte le settimane veniva a trovarmi a casa, un’abitazione che si raggiungeva solo a piedi e da Casola era una bella camminata (Ca’ De Bosc, Parrocchia di San Rufillo, proprio sotto Monte Battaglia). In due, due, quattro ci sposammo e vennì ad abitare a Castello, sopra al palazzo Ginnasi, al soffitto.
Iniziai a lavorare alla raccolta della frutta: io di lavorare non avevo mica paura: prendevo su anche cassette pesanti e mi offrii per poterle scaricare anche la notte nel pieno della stagione.
Quando mia sorella finì i tre anni di apprendistato dalla Roma Parrucchiera, mi espresse la sua volontà ad aprire un negozio tutto suo di parrucchiera in via Costa dove oggi c’è la Sanitaria. Iniziai ad aiutarla nel lavaggio delle teste. Lavoravamo tantissimo, anche la domenica sino le 14:00. Eravamo molto contente: avevamo i nostri soldini. Fino a quando non si sposò lei visse con me e mio marito nella soffitta sopra palazzo Ginnasi.
Abbiamo lavorato venti anni assieme.
Negli anni successivi si liberò uno spazio più grande, sempre in via Costa con annesso un piccolo appartamento che mi sarebbe piaciuto comprare per toglierci dall’affitto. Cambiammo negozio e comprammo la licenza in Comune dal povero Odo (Oddo Diversi), sia per la parrucchiera che per la profumeria. Allora la profumeria non era conosciuta e fu un problema rilasciarmi la licenza: i profumi li usavano le donne più emancipate, quelle che lavoravano fuori da Castel Bolognese come impiegate. La profumeria col passare degli anni andò molto bene e quindi mi venne la voglia di ingrandire il negozio. Allora sotto al portico c’era Testa Secca che vendeva un locale grande, ma ancora tutto da ristrutturare. Ricordo che mio marito non era d’accordo di comprare l’appartamento: fosse stato per lui saremmo stati ancora in affitto, ma io ero davvero risoluta e gli dissi che se non mi avesse dato i soldi avrei avanzato la richiesta per un mutuo. Andai in banca al Credito Romagnolo che allora era dove oggi c’è Cimatti. Mi accordai con Vittorio del Credito e in soli sei anni sono rientrata dal mutuo pagando anche la ristrutturazione. Negli anni ’70 il lavoro crebbe e mi si presentò l’opportunità per aprire un negozio di parrucchiera anche a Riolo Terme. Con mia sorella decidemmo di aprire un pomeriggio la settimana e la domenica durante la stagione estiva. Le persone di Riolo le ho trovate più accoglienti di quelle di Castello.
Successivamente ho anche frequentato una scuola a Bologna per estetica del viso e ho svolto anche un po’ di attività da estetista: ma allora chi è che si faceva il pedicure! Praticavo soprattutto i trattamenti per il viso.
Dopo questa avventura imprenditoriale venni riconosciuta anche dai castellani.
Oggi ho ormai 90 anni, pesano un po’ ma sono contenta perché mi alzo ancora da sola e svolgo le mie piccole attività quotidiane senza grossi aiuti da parte di nessuno!

Galleria fotografica (Archivio Donatella Casadio e Antonio Ricchi)

Gadget distribuiti dall’attività di Mary

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