Marcella Pagnoni, una vittima civile dimenticata

Marcella Pagnoni ritratta nel giorno della Prima Comunione

Marcella Pagnoni ritratta nel giorno della Prima Comunione

Così racconta Giordana Garavini la tragedia accaduta nella casa della sua famiglia.

Nella cantina della casa che apparteneva alla famiglia Garavini, detti I Piràtt, che si trovava in Piazza Fanti ove oggi sorge la sede della Banca di Credito Cooperativo, avevano trovato rifugio dodici persone. Tra queste anche Marcella Pagnoni, figlia secondogenita di Anita Garavini e di Vincenzo Pagnoni, impiegato delle ferrovie, poi reclutato in aviazione. La famiglia Pagnoni non era originaria di Castel Bolognese, ed aveva dimorato a Ferrara, a Bologna e, prima dell’arrivo della guerra, a Rimini da dove era qui sfollata per sfuggire ai bombardamenti di quella città costiera. Marcella era nata in quella stessa casa il 17 febbraio 1931 per volontà della mamma che aveva voluto veder nascere la figlia nella sua città natale.

I dodici rifugiati vivevano alla stregua di tutti gli altri castellani ospiti delle cantine del centro condividendone privazioni, fame e mancanza di igiene. Il 2 febbraio 1945 nella cantina di Piràtt si decise di risalire per far legna poiché da qualche giorno iniziava a scarseggiare; il silenzio dell’artiglieria, che invece aveva pesantemente infierito nei giorni precedenti rendeva favorevole l’uscita. Si discusse su chi e quanti avessero dovuto compiere l’impresa ma il Pagnoni, forte della sua autorità di aviatore stabilì che tutti sarebbero usciti e avrebbero partecipato alla raccolta. E così fu. Nel pomeriggio tutti i rifugiati si trovavano nel cortile di casa a raccogliere la legna quando, all’improvviso, si sentì il rombo dei bombardieri. Di corsa, i dodici iniziarono a discendere le ripide e strette scale della cantina quando gli aerei cominciarono a liberarsi dei loro micidiali ordigni. Marcella Pagnoni, che era rimasta l’ultima a dover scendere, si trovò in quel momento con la metà posteriore del corpo ancora fuori dalla porta; questo le fu fatale. Una scheggia la colpì dietro la nuca. Subito tutti capirono la gravità della ferita e si adoperarono per prestarle i primi soccorsi; con mezzi di fortuna Marcella fu trasportata all’ospedale di Imola ma, a causa della gravità delle ferite, vi morì il 25 febbraio 1945. Aveva da poco compiuto 14 anni; lasciava nella disperazione i genitori, in particolare il padre che aveva preso la decisione di far uscire tutti dalla cantina, ed una sorella maggiore.

Marcella Pagnoni, poiché non residente a Castel Bolognese e morta a Imola, non figura nell’elenco ufficiale delle vittime civili. Questa testimonianza le rende giustizia, e ne accomuna il destino a tanti altri periti per cause belliche che non hanno trovato memoria negli elenchi ufficiali.

Testimonianza raccolta da Paolo Grandi

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