Castel Bolognese

Attuale stemma comunale

Attuale stemma comunale

Posizione geografica

Castel Bolognese è a 11º 48′ 32″ di longitudine est del meridiano di Greenwich, a 44º 18′ 36″; di latitudine nord. Il territorio comunale ha una superficie di kmq. 32,28. Altitudine s.l.m. 42 m. Sorge nella vallata del torrente Senio. E’ posta a cavaliere della Via Emilia fra Faenza e Imola in provincia di Ravenna – Italia.

Confini

Castel Bolognese confina a est con il comune di Faenza, a sud con i comuni di Riolo Terme e Faenza, a ovest con il comune di Imola, a nord con il comune di Solarolo.

Popolazione

La popolazione conta 9.594 abitanti (dato aggiornato al 31 dicembre 2016).

Collegamenti

Castel Bolognese è servita dalla linea ferroviaria Bologna – Ancona e Ravenna – Castel Bolognese e da vari servizi di autocorriere di linea. Dista da Bologna km. 42; Ravenna km. 43; Faenza km. 7; Lugo km. 22.

 

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Le principali attrattive

Numerosi sono i monumenti, alcuni dei quali di notevole pregio artistico, che il visitatore può trovare a Castel Bolognese, paese che richiama per tanti aspetti (vedi i portici) l’urbanistica e l’architettura della città madre Bologna. Fra le cose da non perdere c’è sicuramente la Chiesa di S. Sebastiano, del 1506, dedicata oggi ai caduti della prima guerra mondiale.

A non molta distanza troneggia, sulla via Emilia, un edificio tardo-rinascimentale: Palazzo Ginnasi.
A fianco sorge la Chiesa di S. Francesco, del Settecento, al cui interno c’è una statua della Madonna che la tradizione attribuisce a Jacopo della Quercia.

Fra i monumenti più importanti c’è il Palazzo Comunale (o Palazzo Mengoni), che Giuseppe Mengoni ricavò nell’800 da un convento di Frati Minori, abbellito da una fontana di Angelo Biancini, sita all’interno del cortile. Degna di menzione è sicuramente la Chiesa di S. Petronio, rifatta da Cosimo Morelli a fine Settecento. L’edificio sacro, che fu costruito nel ‘400, tra le tante opere di pregio annovera una tela di Felice Giani raffigurante S. Petronio, un affresco di Giovanni da Riolo e un dipinto della scuola di Innocenzo da Imola.

Non distante dalla stazione ferroviaria c’è Villa Gottarelli, sprofondata in un parco impreziosito da molte piante esotiche. Appena fuori dall’abitato ci sono il Convento e la Chiesa dei Cappuccini, con opere di Gandolfi e Piancastelli. Su una collinetta c’è Villa Zauli – Naldi.

In località Casalecchio si può ammirare l’ultimo esempio esistente di una serie di molini che nel ‘400 furono costruiti lungo il «canale dei molini, la cui acqua riempiva i fossati che cingevano il castello».


Cenni Storici

Castel Bolognese trae il proprio nome e la propria origine da Bologna che ne iniziò la costruzione nella seconda metà del secolo XIV. L’atto notarile di fondazione, ritrovato […] a Bologna dal concittadino scrittore Avv. Francesco Serantini, porta la data del 13 aprile 1389. […].
Ben presto nel nuovo castello si accentrò la vita dell’intera zona, che comprendeva i castelli dell’Anconata e di Casalecchio a nord della Via Emilia, quelli di Biancanigo, Limadizio. Campiano e San Bartolo alla Serra a sud di detta strada. La storia di questi fortilizi e del loro territorio inizia molto prima di quella di Castelbolognese: infatti la zona collinare, soprattutto quella della Serra, fu già abitata in epoca preistorica, come è dato rilevare dai reperti ritrovativi; indi, in epoca romana tale zona si trasformò in luogo di soggiorno e di svago per alcune famiglie gentilizie romane, come dimostrano i resti di alcune ville. La zona di Campiano invece, dato il suo ruolo di porta della valle del Senio, ospitò, sopra un colle dominante la strada che conduceva verso il monte, una pieve, ricordata in un documento dell’anno 854.

Già nel XV secolo il Castello costruito al di là della Via Emilia, verso il monte, ed avente una sola porta d’accesso, […], si dimostrò insufficiente, tanto che fu ampliato, occupando anche un lembo di terra al di qua della via Emilia. Le porte d’accesso divennero così due, sulla Strada Maestra, una verso lmola o porta del Mercato, una verso Faenza o Porta del Mulino. Entrambe furono demolite nel secolo scorso.

Nella primavera del 1501 Castelbolognese fu occupato da Cesare Borgia il quale, dopo averne atterrato le mura il 29 luglio, gli impose un nuovo nome: Villa Cesarina. Con la riconquista della Romagna da parte di Giulio II che cacciò i Borgia anche da Roma, dal 1506 fino alla unificazione italiana appartenne allo Stato Pontificio, e ne subì le vicende.

La peste del 1630, che infuriava in Romagna, non colpì Castelbolognese, e la popolazione attribuì questo fatto ad un miracolo della Madonna. che si venera tuttora nella chiesa di San Francesco sotto il titolo di B.V. della Concezione, decidendo di festeggiarla, in segno di ringraziamento, per tre giorni, a Pentecoste. Di qui trae origine la tradizionale Sagra di Pentecoste, manifestazione ricca di iniziative folcloristiche e gastronomiche.

Per la sua felice posizione e per i benefici fiscali da sempre goduti, Castelbolognese, e la popolazione fu sempre un punto franco e un notevole centro di traffici e di commercio. Vi fiorì il contrabbando fra la Toscana. Bologna e Ravenna, tanto che ancora oggi una strada del centro è nota come “Strada dei Contrabbandieri”. Al fine di stroncare tale traffico, che aveva assunto notevoli proporzioni, Pio VI, con Motu Proprio del 1794 decise di staccare Castelbolognese dalla madre patria e di annetterla alla legazione di Ravenna, togliendole ogni privilegio. Durante il Governo Napoleonico, Castelbolognese si trovò al centro del distretto di Castel Senio comprendente anche Casola, Riolo, Solarolo, Bagnara e Cotignola.

Nel 1861 fu inaugurata la ferrovia di Bologna Forlì e la stazione ferroviaria di Castelbolognese; il 23 agosto 1863 fu inaugurata invece la linea Castelbolognese-Ravenna. Occorrerà attendere il 24 agosto 1914 per vedere sbuffare la locomotiva lungo la valle del Senio: veniva aperta in quel giorno la Castelbolognese-Riolo Terme, ora soppressa.

Nel corso della seconda guerra mondiale Castelbolognese fu teatro di aspri combattimenti e vide il fronte attestarsi sul fiume Senio dall’autunno all’inverno 1944-45. Il centro abitato fu notevolmente danneggiato. Furono distrutti la torre civica del 1394, la settecentesca chiesa del Suffragio, il Palazzo Comunale, i campanili delle chiese di San Petronio e di San Francesco, che furono entrambe danneggiate.

Paolo Grandi

Brano tratto da: Itinerari turistici : provincia di Ravenna / raccolti e ordinati da Antonio Fogli e Francesco Ravaglia ; scritti da Paolo Baldi … [et al.]. – 4. ed. riveduta e ampliata. – Ravenna : Ravaglia, 1998.