Il campanile di San Francesco

campa

La chiesa di S. Francesco in Castel Bolognese, che si trova ad angolo tra la piazza Bernardi e la via Emilia interna, risale al 1702 e fu costruita su progetto dell’architetto Fontana sulla precedente già esistente nel 1422. Prima del 1945 era dotata di un elegante campanile.

Così scrive su di esso il Padre Serafino Gaddoni nel suo libro “Le chiese della diocesi di Imola” pubblicato nel 1926: “La torre campanaria si eleva tra la sacrestia e il presbiterio. Rimasta fortemente danneggiata dal terremoto del 1781, fu allora restaurata ed alquanto abbassata. Altri restauri seguirono nel 1844. Sulla sua sommità vi sono tre grosse campane: la maggiore fusa nel 1861 ( ), la seconda fusa nel 1459 e la terza del 1789.”

Il campanile crollò per cause belliche il 19 dicembre del 1944 seguendo la stessa sorte del campanile di San Petronio che però è stato ricostruito nel dopoguerra.

Il concerto di San Francesco

La torre campanaria che si elevava, prima dell’ultima guerra, di fianco al presbiterio nella parte verso la piazza, aveva tre grosse campane che il Gaddoni così descrive: “La maggiore, fusa nel 1861 dai fratelli Giacinto ed Arcangelo Landi di Imola, porta il nome del p. Serafino Gottarelli di Castel Bolognese, Ministro Provinciale, che pensò alle spese della fusione; la seconda, fusa nel 1459, è decorata di due immagini raffiguranti San Petronio e la Pietà ed ha attorno la seguente iscrizione: MCCCCLVIIII Christus. Rex. Venit. In. Pace. Deus. Homo. Factus. Est. La terza non ha che la semplice dicitura: 1789 FF dal P. Taddeo Mazzanti”.

Requisite le campane nel 1943 e distrutto il campanile, minato il 29 dicembre 1944, nel dopoguerra lo Stato fece rifondere il concerto. Tuttavia, era desiderio dell’Arciprete Mons. Sermasi completarlo, cosicchè, a sue spese, venne fusa la quarta campana. Come nella migliore tradizione italiana, anche questa volta si edificò la casa partendo dal tetto: c’erano le campane ma non il campanile che attende ancora di essere ricostruito. Rimaste mute nel cortile della chiesa per trentasei anni, nel 1986, per interessamento della locale squadra di campanari e col contributo della Cassa Rurale, vennero issate sopra una incastellatura metallica posta nel luogo ove dovrebbe risorgere il campanile, e di là vengono suonate e fanno sentire la loro intensa voce dal suono pieno e bronzeo. Le quattro campane, fuse nel 1950 dalla fonderia Cavadini di Verona, portano le seguenti iscrizioni: nella grossa, dedicata alla Madonna della Concezione, a San Giuseppe, a Santa Lucia e a San Giovanni Bosco, del peso di Kg. 628, si legge: ‘Anno IubiIari MCML Bello Maximo Deleto Restitutum / Et Auctum Aere Adiecto Supp. Rossallii Zaccherini / Eiusq. Fratrum Iterum Concino Deiparam Virginem / Sine Labe Conceptam Castri Paraesidium et Decus”. Così è scritto nella mezzana del peso di kg. 440 e dedicata a Gesù Redentore, a San Francesco d’Assisi, a Santa Caterina da Siena e a San Vincenzo de’ Paoli: “Gratiarum Votiq.Ergo / Aere Turriq. Post bellum refrectis / Novum aes stipe conlata / adauctum humani generis redemptori dicarunt”. Sulla mezzanella, pesante kg. 315, dedicata a Sant’Antonio da Padova, a San Michele Arcangelo, a San Sebastiano e a Santa Rita da Cascia si legge: “In honorem mirifici Antonii Pat. Aliorum Patronum / Caelestium tot malis in fugam / Versis refusum vivis mortisq. Pacem ad praecor”. Infine la campana piccola che pesa kg. 196, ed è dedicata a Santa Lucia, a Santa Pudenziana e a San Giorgio, porta scritto: “Tribus veteribus post bellum refectis / ad concentum melius perficiundum arch. Josephus Sermasi / hoc novum aere suo et stipe conlata conflatum / adiecit in hon. Lucia V.M. Templi tit. et patron. Min. Georgi M. et Pudentiane V.”.

La chiesa di San Francesco conserva anche una quinta campana, posta in alto, sul presbiterio, entro un campanile a vela di metallo, soluzione provvisoria (cioè definitiva) in attesa della ricostruzione del campanile. Questa è l’unica campana antica della chiesa sopravvissuta al crollo del 1944 e serve, ora come un tempo, per “avvisare” le Messe. La sua particolarità è quella di essere stata fusa dal bolognese Serafino Golfieri nel 1848 in onore di Pio IX, unico esempio, almeno in Romagna, di campana dedicata ad un personaggio vivente. Oltre al busto di Pio IX sono impressi nella campana bei fogliami e festoni di alloro appesi ad anella, le figure del Crocifisso, della B.V. di San Luca e di un santo monaco forse, a giudizio del Corbara, il beato Andrea Conti al quale nella chiesa era dedicato un altare. La scritta dice: “Pio IX P.O.M.L. / Praefecti aedis sacrae instaurandae / denuo conflandum MDCCCXLVIII – Seraphinus Golfieri fudit”.

Paolo Grandi

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La Chiesa di San Francesco (con campanile)
vista da sotto la Torre nel 1937

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La Chiesa di S. Francesco (senza campanile)
vista da dove c’era la Torre nel 2000


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