Il generale Umberto Rosato, castellano di adozione, al vertice della Guardia di Finanza

a cura di Paolo Grandi

Umberto Rosato (foto tratta dalla memoria funebre distribuita in occasione dei funerali)

Tra i suoi illustri figli, seppur d’adozione, Castel Bolognese vanta anche il generale Umberto Rosato, Comandante Generale della Guardia di Finanza nel biennio 1967-1969. Aveva sposato la contessa Teresa Giacometti, figlia di Maddalena Gottarelli e nipote dell’avvocato Francesco Gottarelli, artefice del restauro di San Sebastiano e della sua dedicazione a chiesa dei caduti. Il matrimonio fu celebrato dall’Arciprete don Giuseppe Sermasi il 25 marzo 1940 nella Cappella della Villa Centonara e il Rosato risulta ancora Capitano. Per via della carica passava la maggior parte dell’anno a Roma o nei luoghi ove lui svolgeva l’attività militare, ma non disdegnava lunghi soggiorni a Castel Bolognese, ove mantenne sempre la residenza, con la famiglia: la moglie ed i due figli Gabriella e Francesco (1), nella villa Centonara di proprietà della moglie.
Prima dell’arrivo dei Rosato alla Centonara giungeva da Bologna, dove abitava, il solerte maggiordomo Guerrino mentre il custode Enrico Landi, Richì che abitava nella villa dava il via ad una serie di lavori nel grande parco: falciatura dell’erba, potatura di piante ed altro.
Umberto Rosato morì improvvisamente, probabilmente a causa di un arresto cardiaco, mentre era in vacanza sulla costa romagnola il 6 luglio 1974. Le esequie, solenni, con la partecipazione di Autorità e alti gradi dell’Esercito furono tenute nella Cappella della Villa Centonara e successivamente la salma fu tumulata nella cripta del Tempietto Bragaldi, all’interno del parco, ove tuttora riposa ormai assieme alla moglie Teresa.
Grazie al suo interessamento Castel Bolognese poté ospitare La Banda della Guardia di Finanza il lunedì di Pentecoste 26 maggio 1969. Inoltre si ricorda una sua presenza ufficiale in Municipio nel 1968, cinquantesimo anniversario della vittoria, quando distribuì le onorificenze di Vittorio Veneto ad alcuni reduci castellani tra i quali Aurelio Villa e Luigi (Antonio) Borzatta detto lo Stabet Mater.

Questa è la biografia tratta dal sito: www.gdf.gov.it
Il Generale di Corpo d’Armata Umberto Rosato è stato il 20° Comandante Generale della Guardia di Finanza. Nato nel 1906 a Solofra (Avellino), fu allievo dell’Accademia Militare di Modena dalla quale uscì col grado di Sottotenente dei Bersaglieri.
Partecipò alla campagna dell’Africa Orientale ed alla seconda guerra mondiale sul fronte albanese.
È decorato di tre croci di guerra al valor militare, una delle quali conferitagli “sul campo” (2).
Ufficiale di Stato Maggiore, fu Capo Ufficio Operazioni del VI Corpo d’Armata negli anni 1941-1942 – 1943.
Al rientro in Patria, dopo due anni di prigionia in Germania, fu Capo Ufficio Operazioni del VI Comando Militare Territoriale di Bologna e successivamente Comandante di Battaglione dell’87° Reggimento Fanteria.
Promosso Colonnello, fu dapprima Addetto militare presso l’Ambasciata d’Italia a Washington, dal 1953 al 1955, e quindi Comandante dell’82° Reggimento Fanteria “Torino”.
Ha frequentato l’11^ sessione del “Nato Defence College”, presso il quale ha successivamente ricoperto l’incarico di Consigliere agli studi negli anni 1957 e 1958. Da Generale di Brigata è stato Comandante della Fanteria della Divisione “Folgore” e quindi dell’Accademia Militare di Modena.
Generale di Divisione nel 1962, ha comandato la Divisione “Folgore”. Promosso Generale di Corpo d’Armata nel 1965, ha tenuto il comando del V° Corpo d’Armata e quindi, dal febbraio 1967 al marzo 1969, è stato Comandante Generale della Guardia di Finanza.
Nei 25 mesi in cui il Generale Rosato ha retto tale carica, numerose sono state le realizzazioni conseguite in ogni settore: dal miglioramento dell’assetto ordinativo all’elaborazione di più moderni concetti operativi, dalla previdenza ed assistenza del personale all’ammodernamento e potenziamento dei mezzi.
Ogni atto della sua azione direttiva ha rivelato una compiuta aderenza al dinamismo del Corpo che ha saputo costantemente adeguarsi all’evoluzione economica del Paese.
L’efficienza operativa dei reparti, negli anni 1967-1968, ha toccato vertici mai raggiunti in precedenza. Poche cifre sono sufficienti per rendere di tutta evidenza tale affermazione.
Considerando la media dei tributi evasi, accertati negli anni 1962-1966, e quella relativa agli anni 1967-1968, si è avuto un incremento del 73 per cento in materia di I.G.E.; del 69,5 per cento nelle altre tasse e imposte indirette sugli affari; del 32,5 per cento in materia di monopoli; del 22 per cento nel campo doganale.
Siffatto elevatissimo livello di rendimento operativo è stato raggiunto in concomitanza con i provvedimenti concernenti la ristrutturazione ordinativa dei reparti e dei comandi della Guardia di Finanza, per adeguarli sempre meglio alle esigenze della difesa fiscale; all’istituzione delle sezioni speciali presso il Nucleo centrale ed i Nuclei regionali di polizia tributaria.
Numerosi sono stati i provvedimenti attuati in favore del personale molti dei quali potranno trovare soluzione in futuro.

Il generale Rosato consegna ad Antonio Borzatta (detto “e Stabet Mater”) la onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto nella sala consigliare del comune di Castel Bolognese. A sinistra l’allora sindaco Nicodemo Montanari (collezione Andrea Soglia).

Lettera autografa del generale Rosato con la quale assicurava al sindaco (e membro del Consiglio della Pro Loco) Nicodemo Montanari il suo interessamento per far venire la Banda della Finanza a suonare a Castel Bolognese durante la Sagra della Pentecoste 1969 (Archivio della Pro Loco)

Note:
(1) Francesco Rosato, assieme a Remo Ragazzini e Marcella Emiliani promossero uno studio per l’Università di Bologna nell’anno accademico 1968-1969, dal titolo: “Inchiesta sui problemi della gioventù di Castel Bolognese” che all’epoca fece molto scalpore in paese. La ricerca tuttavia fu pubblicata, con assoluta lungimiranza, dall’Amministrazione Comunale e dall’allora Cassa Rurale Artigiana di Castel Bolognese nell’ottobre del 1969.
(2) Queste le motivazioni delle tre decorazioni:
ROSATO UMBERTO tenente in s.p.e. del 3° reggimento fanteria coloniale, compagnia comando – Ufficiale a disposizione del comando di reggimento, con calma e sprezzo del pericolo, attraversava in combattimento zone battute per recapitare ordini e rifornire di munizioni i reparti impegnati. In un momento critico della lotta, inceppatesi due mitragliatrici, le sostituiva di iniziativa con altre di un riparto viciniore, riuscendo con il suo tempestivo intervento a contenere e respingere l’urto avversario. Già distintosi in precedenti azioni – Bivio Cunni, 28 luglio 1936-XIV.
ROSATO UMBERTO fu Geremia e fu Gabriella Pagliara, nato a Solofra(Avellino) il 17 marzo 1906, tenente s.p.e. del 3° reggimento fanteria coloniale – A disposizione del comando di reggimento, durante un combattimento, inviato presso un battaglione per trasmettere un ordine, visto il manifestarsi di intenso fuoco di mitragliatrici avversarie che ostacolavano l’avanzata di altro battaglione, con pronta e felice iniziativa si portava in zona completamente scoperta e battuta, allo scopo di accertare l’esatta ubicazione delle armi. Riuscito così ad individuare le postazioni delle mitragliatrici nemiche, ne dava pronto avviso al comando che provvedeva a farle battere e ridurre al silenzio dalla sezione d’artiglieria opportunamente spostata in posizione idonea, contribuendo così alla felice riuscita dell’azione. Già distintosi in precedenti fatti d’arme per instancabile attività, sangue freddo e sprezzo del pericolo. – Aricciò 22 febbraio 1937-XV.
ROSATO UMBERTO fu Geremia e fu Gabriella Pagliara, da Solofra(Avellino), capitano s.p.e. del 6° reggimento bersaglieri – Comandante di compagnia mitraglieri, avuto il compito di appoggiare il movimento di reparti spiegati per l’attacco di posizioni avversarie, si portava in zona dominante e battuta d’artiglieria da dove riusciva a neutralizzare il fuoco delle mitragliatrici. Durante l’azione con la parola e con l’esempio tenne alto il morale dei propri uomini – Quota 130 di Beltoja (Albania), 8 aprile 1939-XVII.

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