Un Castellano in Conclave: Domenico Ginnasi

Il cardinale castellano partecipò a tre conclavi -e ne mancò uno-  e fu tra i protagonisti di quello del 1623.

Domenico Ginnasi (Castel Bolognese 1550 – Roma 1639) ricevette a Madrid, ove era Nunzio, la notizia della nomina a Cardinale nel Concistoro del 9 giugno 1604, da parte di papa Clemente VIII. Passarono pochi mesi e, sempre nella capitale spagnola, gli giunse la notizia della morte del Papa, avvenuta il 10 febbraio 1605. Si preparò pertanto a partire per Roma al fine di partecipare al Conclave, ma, “per gli ostacoli pericolosi che incontrò nel mare“, non fece in tempo a raggiungere il Sacro Collegio, anzi arrivò a Roma che il nuovo papa Leone XI (1605-1605), eletto il 1° aprile, era già morto, dopo appena ventisette giorni di Pontificato. Sepolto Leone XI, i Cardinali si trovarono di nuovo riuniti. L’intesa si raggiunse in pochi giorni benché anche questa volta i papabili, fra cui il Ginnasi, fossero tanti; i Romani poterono festeggiare l’elezione del nuovo Papa il 16 maggio. Questi era il cardinale Camillo Borghese, di nobile famiglia romana, che prese il nome di Paolo V (1605-1621).

I Conclavi del 1621 e del 1623

Paolo V morì il 26 gennaio 1621 dopo quasi sedici anni di pontificato; in questi tre lustri la composizione del Sacro Collegio aveva subito notevoli cambiamenti, infatti il defunto Papa lo aveva rinnovato per oltre i due terzi nominando 46 nuovi Cardinali sopra un totale di 70. Di questi però solo 52 arrivarono a Roma in tempo per il Conclave e, fra l’altro, nessun cardinale francese, un solo tedesco su quattro, due spagnoli su cinque. Dalla parte della Spagna stava il Cardinale Borghese con un buon numero di votanti, mentre nel secondo partito, che parteggiava per il Re di Francia, il cardinale Aldobrandini guidava ancora un buon numero di cardinali creati da Clemente VIII, fra i quali il Ginnasi, che era anche fra i candidati alla Tiara; tuttavia, anche questa volta, la candidatura cadde alle prime votazioni mentre il giorno 9 febbraio 1621 venne elevato al Soglio Pontificio un favorito della Spagna e del partito del nipote di Paolo V, il bolognese Alessandro Ludovisi (1621-1623) con il nome di Gregorio XV.

Gregorio XV morì nel Palazzo del Quirinale l’8 luglio 1623. Pochi furono i Cardinali riuniti in Conclave per l’elezione del nuovo papa: appena 54. Gli elettori si dividevano in quattro partiti: i cosiddetti “Vecchi”, cioè i Cardinali nominati prima di Paolo V, fra cui Domenico Ginnasi, i “Cardinali principi” appartenenti a casati principeschi italiani (Savoia, Medici, Farnese, Este), i cosiddetti “borghesiani”, cioè i Cardinali nominati da Paolo V e finalmente i Cardinali di Gregorio XV, guidati dal cardinale Ludovisi. Anche il Ginnasi, ancora una volta, era considerato fra i papabili. Il cardinale Ludovisi tenne alta la sua candidatura, anche mirando a tener divisi gli Spagnoli dai Francesi, ma ebbe poco successo. Si aprì così un contrasto tra il Ludovisi ed il cardinal Borghese, che sosteneva gli interessi ispano-imperiali, tanto che, per superarlo, i due, messi da parte i candidati più probabili dei rispettivi partiti, accettarono la proposta di altri Cardinali di porre la candidatura di nomi incolori che in seguito alla loro grande reputazione non potevano facilmente venire rifiutati dai due capi-partito; si fece una rosa di tre nomi fra i quali il Ginnasi. Pur tuttavia nessuno dei tre giunse alla meta. Domenico Ginnasi venne riproposto ancora una volta, ma non trovò seguito, anzi grande resistenza. Nonostante ciò, questi tentativi riavvicinarono i due capi-partito, pur senza ancora riuscire a scorgere una via d’uscita. Dopo alcune votazioni si videro convergere molti voti sulla persona del cardinale Maffeo Barberini, ma le trattative per far convergere più voti su di lui, che avevano occupato tutto il giorno 30 luglio, naufragarono nella votazione del giorno successivo e lo stesso Barberini ritirò la propria candidatura; ne approfittò di nuovo il Ginnasi per riproporsi ai Cardinali elettori cercando appoggio dall’avverso cardinal Borghese, ma il tentativo non ebbe successo. L’afa, l’aria malsana, portarono anche in conclave la malaria: il 3 agosto c’erano già dieci Cardinali e molti conclavisti con la febbre; alcuni abbandonarono la sede elettorale, fra questi il Cardinal Borghese; la cosa favorì il formarsi di un nuovo partito attorno al Cardinale Barberini, che venne eletto nello scrutinio del successivo 6 agosto 1623 e prese il nome di Urbano VIII (Maffeo Barberini 1623-1644).

Paolo Grandi

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