Castel Bolognese patria di quattro “venerabili”

di Paolo Grandi

Per la Chiesa Cattolica il titolo di “venerabile” è conferito dal Papa, post mortem, a persone che si sono distinte per “santità di vita” o per “eroicità di virtù” e per le quali si può procedere alla causa di beatificazione. Questo lungo cammino si inizia col riconoscimento del titolo di “servo di Dio”, cui può seguire il titolo di “venerabile”, potendo poi arrivare a quello di “Beato” e, se vengono riconosciuti miracoli, al titolo di “Santo”. Questo processo si chiama “canonizzazione”.
Castel Bolognese, dopo la proclamazione quale “venerabile” di don Carlo Cavina, avvenuta lo scorso 6 aprile 2019, conta tra i suoi figli quattro “venerabili”: non tutti proclamati dalla Chiesa ma tutti sentiti tali dai Fedeli.
In ordine cronologico si tratta di:

Girolamo Pallantieri (1533-1619) vescovo di Bitonto. Il processo di beatificazione è tuttora aperto nella fase di “Servo di Dio”, ma i Bitontini lo ritengono addirittura Santo;

padre Francesco Saverio Camerini (1733-1782), gesuita martire nel Tonchino, dichiarato venerabile da papa Pio VI;

Maria Francesca Barbieri (1765-1791) mistica giovanetta castellana; per lei non è mai stato aperto il processo di beatificazione, ma i castellani la ritengono venerabile e ne hanno voluto conservare la sepoltura nella nuova Parrocchiale di San Petronio.

Carlo Cavina (1820-1880) sacerdote, parroco a Lugo e fondatore dell’ordine religioso delle “figlie di San Francesco di Sales”.

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