Il Guercino vanta crediti a Castel Bolognese?

Il quadro raffigurante San Pietro martire

Il quadro raffigurante San Pietro martire

La minuscola chiesa di Santa Croce a Castel Bolognese, posta all’angolo tra via Garavini e via Ginnasi, ove oggi si trova una rinomata gelateria ed un tempo e Cafè de Mas-cì, conteneva gioielli d’arte di indubbio valore. Oltre alla Crocifissione del Lombardi, ora conservata nella Cappella Maggiore della chiesa di San Petronio, v’era una bella pala del Guercino (Giovanni Francesco Barbieri 1591-1666) raffigurante San Pietro Martire. Con l’invasione napoleonica, la chiesa venne soppressa ed il quadro, fino ad allora esposto all’altare di sinistra, secondo quanto riferisce padre Serafino Gaddoni, fu trasportato a Parigi. Nel 1811 lo troviamo a Milano tra le opere che furono la prima collezione della neonata Pinacoteca di Brera, mentre nel 1816 venne restituito all’Emilia ma, poiché la chiesa di Santa Croce risultava soppressa, il dipinto non fece ritorno a Castel Bolognese, ma si fermò alla Pinacoteca Nazionale di Bologna ove è tuttora conservato. La tela è di notevoli dimensioni e misura cm 218 x 135; al centro vi è raffigurato il santo, inginocchiato, ritratto nell’iconografia classica del suo martirio, cioè con la spada che gli sta trapassando longitudinalmente la testa (identica iconografia si trova in San Francesco all’altare delle reliquie, nel bustino che conserva la reliquia del Santo); il suo sguardo è rivolto al cielo da dove due angeli assistono alla scena. Lo sfondo è creato da un paesaggio di fantasia che ritrae in primo piano un tronco mozzato.

La Confraternita castellana, che contava molti associati, si assicurò l’opera del famoso pittore emiliano ad un prezzo veramente alto. Nel libro dei conti del pittore due voci si riferiscono a questo dipinto. Nella prima. al 1646, si legge: il 24. Agosto. Si è ricevuto dopie d’Italia no. 6 per capara d’un quadro di San Pietro Martire per la Comp.° di Santa Croce di Castel Bolognese da cordo in ducati 125 et di darlo finito per il di 29 Aprile 1647. Fanno Scudi 22 L. 0.16. Che il dipinto sia stato veramente finito oppure no per la data stipulata, il secondo pagamento, successivo al compimento, venne registrato solo sette mesi più tardi, nel 1647: il dì 23 novembre. Dalli confratelli della Compagnia di Santa Croce de Castel Bolognese si è ricevuto dopie 26 per intiero pagamento del San Pietro Martire che sono L. 384.14 fano in tutti Scudi 96 L. 0.34. Poiché il prezzo pattuito era di 125 ducati e il Guercino fu alla fine pagato con una somma equivalente a poco meno di 100 ducati, potrebbe essere che egli abbia accettato una cifra inferiore perché non in grado di consegnare il dipinto in tempo; d’altra parte 100 ducati corrispondevano a quel tempo al prezzo abituale per una figura intera, il che significherebbe che le due teste di angeli sono stati inseriti gratuitamente; oppure il pittore … vanta ancora il credito con Castel Bolognese, e qualcuno potrebbe ancora farsi avanti! Lessi tempo fa una biografia del celebre pittore e, se non ricordo male, le sorelle, che gli tenevano l’amministrazione (il Guercino non si sposò mai), erano scrupolose e precise nelle riscossioni e nei pagamenti. Quindi ritengo che lo sconto sia stato fatto per il ritardo nella consegna.

Oggi che Castel Bolognese possiede il bel Museo Civico non sarebbe idea peregrina quella di intavolare trattative tra il Comune ed il museo bolognese per una restituzione definitiva del quadro, oppure per una sua temporanea esposizione.

Paolo Grandi

Particolare sulla figura di San Pietro martire

Particolare sulla figura di San Pietro martire

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