L’asilo nido comunale compie cinquant’anni

(introduzione, 26/2/2024) Sul principio del 1974 iniziò la sua attività l’Asilo Nido. Fu realizzato dall’Amministrazione guidata dal sindaco Nicodemo Montanari. Ricordiamo l’importante anniversario proponendovi notizie storiche tratte dal bel libro di Carmela Di Paola “Dalla carta carbone alla posta elettronica certificata: quarant’anni di lavoro nel Comune di Castel Bolognese”, alcune fotografie fornite da Enrico Dalmonte, Rossella Calonici ed Agostino Rossi e le riproduzioni di alcune delibere consiliari del 1963 (che non sappiamo se si siano salvate dall’alluvione) rinvenute da Paolo Grandi nel corso delle sue ricerche in archivio comunale negli anni passati.
Cogliamo anche l’occasione per rammentare che con la delibera di Giunta n. 30 del 30 marzo 2011, l’Asilo Nido comunale è stato intitolato alla memoria di Ofelia Gamberini. Il giorno 24 settembre 2011, in occasione di una inaugurazione degli spazi interni dell’Asilo nido riorganizzati per ospitare più bimbi, è stata scoperta una targa commemorativa alla presenza del sindaco Daniele Bambi e di Adalia Ciamei, figlia di Ofelia Gamberini. E’ uno dei pochi luoghi pubblici di Castel Bolognese intitolato ad una donna ed è un peccato che questa denominazione dell’Asilo sia scarsamente usata. (A.S.)

L’industrializzazione e l’occupazione femminile portarono, nei primi anni Settanta, alla costruzione dell’asilo nido “La Casa della Madre e del Bambino”.
L’Amministrazione comunale già da tempo aveva espresso la volontà di riunire in un unico edificio tutti i servizi assistenziali dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia.
Solo nel 1971, tuttavia, venne approvato il progetto per la costruzione della Casa della Madre e del Bambino.
L’opera, costata cento milioni di lire, oltre alla spesa per l’acquisizione del terreno, fu terminata nel 1972. La moderna struttura era destinata ad accogliere bambini da tre mesi a tre anni, con una capienza di 60 posti, nel rispetto della normativa sul rapporto tra spazio, disponibilità e capienza. Curiosa è la storia della nascita della struttura (che qui si riporta in sintesi), descritta in una pubblicazione curata dalla Cooperativa Sociale Zerocento e letta dall’Assessore alla Pubblica Istruzione Patrizia Marchi in occasione dei festeggiamenti dei 30 anni di attività dell’asilo:
“La notte del 30 dicembre 1960 qualche raro passante, alzando lo sguardo verso la sala della Giunta comunale di Castel Bolognese, avrebbe potuto vedere le luci ancora accese. Era la vigilia dell’ultimo giorno dell’anno. Fuori, qualche scarsa luminaria riverberava sui rami dell’albero trapiantato nella piazza di fronte alle finestre del Comune. Sei persone erano chiuse in quella sede fin dalle 20,30. Ormai era notte fonda e stavano arrivando al diciottesimo ed ultimo argomento su cui deliberare. Fino ad allora i cinque componenti, compresi il Sindaco con in più il Segretario comunale, erano riusciti ad arrivare in fondo lanciando ora un colpo ora un accidente, prendendosela con quella sciagurata scelta di riunirsi proprio quel giorno, proprio a quell’ora. Nessuno mancava. Si era trattato di deliberare su aumenti periodici di stipendio per i dipendenti comunali, di mutui per fognature ed acquedotti, piccoli contributi economici all’UNICEF, il sussidio ad uno degli alluvionati della piena del Senio del 1959. Aperto il fascicolo n. 18, venne data lettura dell’argomento all’ordine del giorno, pregustando il momento buono di infilare il cappotto e la soddisfazione per avercela fatta: “Richiesta di contributo statale per la costruzione della Casa della Madre e del Bambino”: la delibera venne adottata d’urgenza e poi ratificata dal Consiglio comunale quattro mesi dopo. Prevedeva l’approvazione, in via di massima, della costruzione di un edificio nel quale riunire i vari servizi assistenziali, dando mandato al Sindaco per una richiesta di un contributo presso la Cassa Depositi e Prestiti, accendendo un mutuo di 40 milioni di lire.
Cominciava così la storia che, attraverso alterne vicende, avrebbe portato alla costruzione dell’asilo nido, quello che oggi ci troviamo a festeggiare per i suoi 30 anni di attività.
Erano gli anni dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia e di altri innumerevoli enti, spesso sovrapposti l’uno all’altro, di cui si intrecciavano le competenze e le responsabilità; poi vennero la legge 1044 del 1971, lo scioglimento di quelli che vennero chiamati “enti inutili”, l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, le leggi regionali.
Piano piano la Casa della Madre e del Bambino diventava asilo nido: prima al piano ammezzato, poi al piano superiore, finché nel gennaio del 1974 l’asilo nido aprì le porte”.

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