Quando c’era l’Avviamento…

di Andrea Soglia

Ai più giovani la parola farà pensare a tutt’altra cosa. Per le persone più in là negli anni, invece, era semplicemente il modo di chiamare, in modo più conciso, la Scuola di avviamento professionale, che era, come “recita” Wikipedia, una scuola che permetteva “a chi aveva conseguito la licenza elementare di continuare gli studi ottenendo una formazione verso il mondo del lavoro o le scuole professionali e tecniche”.
Sempre Wikipedia ci ricorda che “era una scuola per i ragazzi dagli 11 ai 14 anni che potevano ricevere un addestramento pratico per le semplici professioni della manodopera esecutiva e per il segretariato” e che era “ l’unico canale d’istruzione post elementare senza il latino, e veniva frequentata perciò da tutti gli alunni che (generalmente, ndr) non intendevano proseguire l’istruzione nelle scuole superiori” ma “prevedeva in via teorica la possibilità di continuare gli studi tecnici attraverso il passaggio ai corsi inferiori dell’Istituto tecnico con esami selettivi di italiano e matematica”.
La scuola di avviamento fu istituita dal Regio Decreto 5 febbraio 1928, ma Castel Bolognese dovette aspettare 10 anni per veder iniziare l’attività di questa scuola e ciò avvenne grazie al R. D. 21 settembre 1938 che, con decorrenza dal 16 ottobre 1938, istituiva il “Regio corso secondario di avviamento professionale a tipo agrario con specializzazione industriale femminile biennale a programma ridotto”. La direzione fu affidata al prof. Andrea Giberti, esperto in materie tecniche del tipo agrario. La sede era presso la Scuola elementare (attuale “Plesso Carlo Bassi”), da poco costruita, con alcune aule anche negli scantinati e nell’attigua palestra.
Alla “fredda cronaca” dettata dai documenti, noi di Castel Bolognese abbiamo la fortuna di affiancare la viva testimonianza di chi quella scuola l’ha vista nascere e poi crescere ed infine sparire. Ce l’ha fornita Iosette Guidi, castellana autentica, che di quella scuola è stata una delle prime allieve (ha letteralmente “avviato” l’Avviamento) e praticamente da subito anche addetta alla segreteria.
Per raggiungere un numero sufficiente di studenti per far partire il corso, il direttore Giberti reclutò alcuni ragazzi provenienti dai comuni limitrofi ed anche tanti ragazzi castellani che avevano già qualche anno in più degli 11 anni previsti per frequentare la prima classe. Iosette ricorda che il direttore Giberti insistette non poco per convincerla ad iscriversi (lei era recalcitrante, soprattutto perché considerava la matematica una materia molto ostica), e continuò la sua opera di persuasione sfruttando in extremis anche la visita al paese del principe Umberto di Savoia, avvenuta il 18 ottobre 1938 mentre si recava a Casola Valsenio ad omaggiare Alfredo Oriani.
Iosette fu presa a benvolere dal direttore che le affidò anche alcune mansioni di segreteria, dapprima informalmente e poi, negli anni a seguire, con un incarico formale (rinnovato anno per anno) e uno stipendio (seppur modesto) erogato dal Comune di Castel Bolognese. In realtà Iosette era tuttofare, perché oltre alla segretaria faceva anche la bidella quando era necessario.
Iosette ricorda anche che, stanti le ristrettezze della scuola, il secondo anno di corso si frequentava sostanzialmente da privatisti e l’esame di fine biennio si sosteneva presso una scuola dei paesi attigui.
Nel 1941, secondo Santa Milizia del 4 aprile, gli iscritti alla scuola erano circa 50, all’incirca equamente divisi fra maschi e femmine. Un numero non indifferente, se si pensa che l’obbligo scolastico, solo sulla carta posto a 14 anni, per molti si riteneva cessato, specie fra le classi meno abbienti, dopo il conseguimento della licenza elementare. Le classi erano miste già prima della Seconda guerra mondiale, e i maschi e le femmine si separavano solo per le lezioni in laboratorio, che variavano a seconda del sesso.
E la lunga sosta del Fronte influì pesantemente anche sulla vita dell’Avviamento. Dapprima furono sospese le lezioni, poi la Scuola elementare e l’attigua Palestra, esposte ai tiri dell’artiglieria alleata, riportarono gravi danni. Il Direttore Giberti, a quanto pare, aderì alla lotta partigiana mentre Iosette si rifugiò assieme alla famiglia in una delle tante cantine castellane, non trascurando di portare con sé, salvandoli dalla distruzione, i volumi dell’Enciclopedia di scienze (a cui il direttore dava moltissimo valore) e l’importantissimo registro di protocollo della scuola.
La ripresa, come ricorda Iosette, non fu facile. Dopo la Guerra l’Avviamento trovò sede provvisoriamente in alcune aule poste nel piano seminterrato dell’Orfanotrofio femminile (oggi Plesso Alessandro Ginnasi). Le condizioni della Scuola erano precarissime, come si può ben intuire da una lettera del 29 maggio 1948, che si concentra sui problemi del corso “Agrario”:
“Presentemente, nonostante la nostra modesta attività il Corso presenta qualche deficenza, non certo dovuta all’unico insegnante ed alle autorità locali, ma purtroppo per cause di forza maggiore derivanti dai gravissimi danni subiti durante la guerra.
L’attrezzatura è scarsissima ed il Comune non può provvedere ad essa date le gravi condizioni del bilancio. Ciò è stato più volte segnalato alle Autorità Superiori.
Il locale è ora provvisorio, ma con il prossimo anno scolastico il Corso potrà iniziare senz’altro nel nuovo edificio scolastico in via di sistemazione, adatto e sufficiente.
A mio modesto avviso, sono sicuro che se questo Corso di Avviamento Professionale a tipo Agrario, venisse aiutato, richiamerebbe senz’altro su sè una grande simpatia da parte dei coloni della zona, raggiungendo in poco tempo una vasta eco nell’interesse degli alunni e dell’istituzione scolastica”.
Intanto, eliminato ogni riferimento al Regno, la denominazione era mutata in “Corso Governativo Secondario Biennale di Avviamento Professionale Agrario e Industriale Femminile” ed anche il direttore era cambiato: ad Andrea Giberti era subentrato Giovanni Savolini (faentino, nato nel 1908 e morto nel 1983). Una volta restaurata la Scuola elementare, l’Avviamento vi fece ritorno, probabilmente solo nel 1949, con le aule distribuite come in precedenza fra il vero e proprio edificio scolastico (scantinati compresi) e l’attigua palestra.
A decorrere dal 1° ottobre 1952, a Castel Bolognese (così come in tante altre città) veniva istituita la Scuola secondaria di avviamento professionale statale di tipo agrario, con corsi triennali, che prendeva il posto dei vecchi corsi biennali. Si era mantenuta la differenziazione industriale femminile. Fu forse proprio in quel periodo che arrivò finalmente anche una bidella e Iosette fu alleggerita da quelle mansioni. La scuola aveva una propria autonomia, ma rimaneva sempre il problema di avere tutte le aule in un unico edificio. E i disagi non mancavano, alcuni dei quali oggi susciterebbero un grandissimo clamore. Ecco cosa si può leggere su “La Torre” del febbraio 1955: “Alcuni genitori si sono lamentati del fatto che gli alunni dell’Avviamento quando rientrano dalla palestra ginnastica anziché passare lungo l’apposito sotterraneo che li condurrebbe direttamente alle scuole, devono uscire all’aperto e, così accaldati, affrontare i rigori della stagione. Ci è stato pure riferito che il giorno 8 c.m. le bambine della 1a Avviamento per rientrare in aula sono dovute passare dalla finestra avendo trovato le porte di ingresso ai corridoi chiuse a chiave. La soluzione del quesito a chi di dovere”. Già dalla fine degli anni ‘50, ad alcuni anni dall’avvio della Scuola media anche a Castel Bolognese (partita ufficialmente nel 1952 e che, a differenza dell’Avviamento, richiedeva un esame di ammissione), l’Amministrazione cominciò a pensare alla costruzione di un nuovo edificio scolastico che ospitasse sia la Scuola media che l’Avviamento. In un opuscolo del 1960 edito dall’Amministrazione comunale, che presentava i lavori pubblici ultimati e quelli in programma, si scriveva a proposito del nuovo edificio, e lo si riteneva indispensabile “affinché l’obbligo scolastico non rimanga lettera morta per mancanza di locali adeguati e decorosi”.
Nell’anno scolastico 1958-59 frequentavano l’Avviamento 80 ragazzi, 87 nel 1960-61 e 66 nel 1961-62. La scuola era in buona salute e aveva dato buoni frutti il continuo impegno nel convincere soprattutto i contadini ad iscrivere i propri figli alla scuola al termine delle Elementari e non impegnarli immediatamente a tempo pieno nel lavoro dei campi.
I problemi relativi alla sede si acuirono a partire dal novembre del 1961. Il direttore didattico della Scuola elementare, Ivo Dino Casadei, inviò più volte lettere al Comune per chiedere di trovare una sistemazione alla classe di Avviamento che occupava un’aula dell’edificio scolastico, in quanto aveva l’urgenza di insediarvi una classe di “alunni tardivi e falsi normali di nuova istituzione”. Solo nell’autunno del 1962 si trovò una soluzione, prospettata dal Casadei stesso in accordo con il Preside della Scuola media inferiore. La sede di quest’ultima, sita in via Garavini nell’ex Palazzo pretorio rimodernato nel 1941 dalla Gioventù Italiana del Littorio, era stata anche sede provvisoria del Municipio fino al 1958. Col trasferimento del Municipio in Palazzo Mengoni, risultavano libere varie aule che furono messe a disposizione della Scuola d’Avviamento. Il direttore Savolini chiese, ed ottenne, con somma urgenza che i nuovi locali fossero tinteggiati e che nell’ex Sala del Consiglio comunale, che intendeva adibire ad aula di lavoro femminile, fosse installato un “impianto al neon di luce a giorno”. Non sappiamo quando effettivamente l’Avviamento fu operativo anche (se non esclusivamente) in via Garavini, ma forse il tutto slittò all’anno scolastico 1963-64.
La necessità di una sede unica e di spazi meno sacrificati (Iosette ricorda bene che, in certi frangenti, non si era esitato a collocare la Direzione nelle cantine dell’edificio della scuola elementare) fu ribadita in una lettera inviata dal direttore Savolini al Sindaco di Castel Bolognese nell’ottobre del 1963. Il Sindaco rispose pochi giorni dopo annunciando con piacere “che il Provveditorato OO.PP. di Bologna” aveva approvato “il progetto di costruzione della scuola media ed avviamento” e che il Comune era sul punto di appaltare l’opera, e che così le continue insistenze del Direttore stavano per trovare soddisfazione piena.
L’edificio, intitolato a Giovanni Pascoli, verrà inaugurato “solo” nell’ottobre del 1967, ma l’Avviamento non si trasferirà mai nella tanto agognata sede unica: un destino quasi beffardo aveva deciso diversamente perché era arrivata la legge 31 dicembre 1962 che portava tassativamente l’obbligo scolastico ai 14 anni e istituiva la Scuola media unificata nella quale sarebbero confluite sia la vecchia Scuola media che la Scuola di Avviamento professionale. A Castel Bolognese, come altrove, questa istituzione si estinse progressivamente quando ultimarono il corso di studi le ultime classi già avviate: l’anno scolastico 1962-63 fu l’ultimo con il corso triennale completo (61 iscritti), poi nel 1963-64 furono attive solo le seconde e terze classi (37 iscritti) e nel 1964-65 si esaurirono le terze classi (18 iscritti).
L’Avviamento, che fino al 1952 era stata l’unica “scuola secondaria” che si poteva frequentare in paese, aveva svolto una proficua attività nei suoi 27 anni circa di funzionamento, tutti vissuti (salvo quelli post-fusione) da Iosette Guidi, che ricorda con affetto i due direttori Giberti e Savolini e i tanti insegnanti fra cui i castellani Pippo Bernabè, Angelo Minardi, Ezio Bellini e Lucia Righini, nonché don Sandrino ed inoltre la prof.ssa Maria Fornaciari di Forlì e il prof. Bubani di Bologna.
E Iosette (che a seguito della “fusione” si ritrovò a lavorare a Cervia) ricorda con viva soddisfazione che la cosiddetta “scuola dei poveri”, definizione dispregiativa per una scuola considerata da molti di secondo ordine (ma che non regalava affatto il diploma, che si doveva guadagnare studiando seriamente, altrimenti si veniva rimandati a settembre e/o bocciati), aveva formato tanti ragazzi che in futuro sarebbero diventati professori (con tanto di laurea, anche se, per conseguirla, come ricordava Italo Succi, il percorso degli studi era piuttosto arzigogolato e complesso), maestri, dirigenti d’azienda, artisti di alto livello, ostetriche e infermiere.
Con questa riflessione concludiamo una storia, quella dell’Avviamento, che al giorno d’oggi è senz’altro da rivalutare.

Fonti:
-testimonianza orale di Josette Guidi
-Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, parte prima, 2 dicembre 1938
-Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, parte prima, 27 luglio 1954
-Archivio comunale di Castel Bolognese, buste di archivio amministrativo, titolo IX, anni 1947, 1948, 1950, 1961-1965

Fotografie

Documenti

Elaborati scolastici

Campionario di lavoro classe 1a avviamento 1962-63 (Archivio Rita Zuffa)

Libri in uso nelle Scuole di Avviamento negli anni ’50

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