Ricordo di Stefano Borghesi (1941-2009)

In occasione del decimo anniversario della scomparsa di Stefano Borghesi, avvenuta il 22 agosto 2009, pubblichiamo il testo in memoria di Stefano che Santa Cortesi, a nome degli amici di Castel Bolognese e Faenza, scrisse e poi lesse durante il funerale tenuto nella chiesa di San Petronio il 24 agosto 2009. In questo modo vogliamo ricordare anche Santa Cortesi, scomparsa nella notte fra il 24 e 25 agosto 2016, che era stata amica e collega di Stefano Borghesi al Liceo Scientifico Severi e all’Università degli Adulti di Faenza e che era una brillante studiosa e ricercatrice nonché autrice di numerosi testi e saggi di storia e cultura locale.
Nel contempo abbiamo anche pubblicato su youtube la registrazione video dell’intervento di Santa Cortesi. Le riprese sono di Francesco Minarini.
Abbiamo anche aggiunto alcune fotografie che ritraggono Stefano durante una visita a Lozzole nel maggio del 2007.
Sul sito abbiamo “dedicato”  da tempo a Stefano la sezione “Storie di persone” e, in questi 10 anni, abbiamo raccolto e inserito tanti suoi articoli, già pubblicati soprattutto su Sette Sere e Il Nuovo Diario Messaggero, il cui elenco è disponibile a questo link. A distanza di 10 anni dalla sua scomparsa, riteniamo che il miglior modo per omaggiare Stefano Borghesi sarebbe proprio la pubblicazione di un’antologia dei suoi scritti, dedicati in prevalenza al “suo” Castello, che, essendo di difficile reperibilità, rischiano di essere consegnati all’oblio.

Castel Bolognese, Auditorium comunale, 19 aprile 1985. Durante la presentazione del libro “Castelbolognese un paese che cambia”, Stefano Borghesi commenta la proiezione di diapositive. Alla sua destra Ennio Nonni, curatore del volume (AFSBCB)

 

Carissimo Stefano,

ancora incredula di fronte al mistero della tua morte e alla sconcertante vicenda della tua sofferenza, collega e amica da 24 anni, fra tanti e tante, pur non potendo rappresentare né esaurire la ricchezza delle tue appartenenze e la rete dei tuoi rapporti, voglio tuttavia ricordare, cioè richiamare al cuore, con l’impotenza delle parole (ma davanti alla morte ci sono solo o il silenzio o le parole) alcuni tratti di te: la tua umanità, integrità e bontà, la passione e il rigore di laico nella tua ricerca e nel tuo pensiero, la civile partecipazione e indignazione, il tuo valore di studioso, la tua competenza professionale e la sensibilità pedagogica e didattica, la disponibilità e lo spirito di servizio che ti hanno reso alieno da ogni dinamica di potere.
Bontà è forse una parola non di moda, ma tu la possedevi, la incarnavi nella modestia e nella consapevolezza profonda lontana da ipocrisie, nel dono cordiale di una comunicazione non egocentrica, affettuosa e partecipe, nella capacità di porti in sintonia anche emotiva con l’interlocutore, nel rispetto, nell’attenzione alla comprensione e all’approfondimento, e anche in certe disarmanti fragilità che sono di tutti noi.
Sensibile al valore della democrazia e del pluralismo soffrivi degli attentati alla libertà di informazione e di stampa, a certe derive di una politica malamente praticata. Pronto ad approfondire questioni. anche religiose, non sempre accettavi certe posizioni istituzionali assunte dalla chiesa più improntate a rigidità di giudizio quando non a logiche di crociata che non a uno spirito di autentica carità.
Molteplici le tue appartenenze: l’insegnamento nei licei di Lugo, Ravenna e soprattutto al Liceo Scientifico di Faenza, poi alla Libera Università per adulti di Faenza, la collaborazione col settimanale Sette Sere, col giornale diocesano di Imola Nuovo Diario, con la Società Filosofica Italiana SFI, e tanti amici veri da Castel Bolognese a Faenza, Imola, Bologna, Zattaglia, Solarolo, Trento …
Concreto e attivo in specie il tuo amore per Castel Bolognese, animato dall’interesse per la tua gente e per la soluzione dei problemi del paese: fosti perciò promotore di un’Associazione per i beni culturali e promotore di una lista civica per le elezioni comunali del 1995 oltre che appassionato ricercatore e studioso di storia locale.
Fattivo il tuo amore per le persone, in particolare per i vecchi castellani con cui coltivavi rapporti visitandoli a casa e in ospedale, seguendoli sino alla fine.
E anche se non spetta a me, voglio appena soltanto di riflesso con luce radente lumeggiare ciò che appariva dei tuoi effetti familiari: la cura amorosa e quotidiana, sino alla fine dei tuoi genitori, anziani coi disturbi dell’età che si aggravano, la tua sollecitudine tenera di figlio, l’assistenza, la preoccupazione anche mentre eri a scuola della situazione a casa, il dolore grande per un gravissimo lutto familiare recente, e anche l’affetto gioioso, senza togliere agli altri nipoti, per un piccolo pronipote che ricordavi spesso per la sua vivacità e il rapporto che vi legava nella pienezza del presente con la promessa di un futuro.
Nella precarietà del nostro vivere la tua assenza si fa più acuta presenza e, anche se quanto a fede io razzolo molto in basso, voglio sperare e credere nel mistero della comunione che ci sia ora per te una dimensione spirituale luminosa e gioiosa, di approdo definitivo della tua ricerca di pace, che meriti pienamente.
Un grande grazie alla persona, all’amico, al collega che sei stato, col cuore, con l’anima, con la coscienza, e l’impegno che almeno una parte di quel che sei stato e hai donato cercheremo di testimoniare e ad esso improntare il cammino che ci resta qui, mentre tu ci hai preceduto nell’oltre; davvero un grande grazie, carissimo Stefano, nell’attesa di altre inimmaginabili dimensioni di incontro, … ma quanto avremmo preferito rispondere ancora a lungo al tuo sorriso, alla luce del tuo sguardo dietro le lenti., ai tuoi appuntamenti telefonici, agli incontri conviviali, continuare ad ascoltare il resoconto di viaggi amati, nella nebbiolina della tua sigaretta… in questa vita che è dono, e la tua è stata dono grande per quanti hanno avuto la fortuna di essere parte e di averti vicino.
Grazie.

Santa Cortesi per gli amici di Castel Bolognese e Faenza

24 agosto 2009


Momenti di una gita a Lozzole con Maria Teresa Liverani e Carlo Bruni, 20 maggio 2007

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