Giovanni Capra (1865-1897)

Ritratto di Giovanni Capra (Archivio Fotografico del Comune di Castel Bolognese)

Ritratto di Giovanni Capra (Archivio Fotografico del Comune di Castel Bolognese)

Nasce a Castel Bolognese (RA) il 16 settembre 1865 da Enrico e Lia Pirazzini, negoziante. Detto Cita e anche è Budgè (il Botticello, in dialetto romagnolo). Appartiene a una famiglia di patrioti: il nonno materno, Giovanni Pirazzini detto Zagliòna, era stato decapitato sulla piazza di Castel Bolognese per ordine del governo pontificio; il nonno paterno Luigi aveva preso parte alle congiure e ai moti del Risorgimento; il padre e tutti gli zii, sia paterni che materni, erano stati garibaldini (un fratello del padre, anche lui chiamato Giovanni, dopo avere trascorso tredici anni nelle carceri pontificie di Paliano, aveva combattuto a Villa Glori nel 1867). Dopo essere stato da giovane suonatore di tromba in una banda militare, rientra a Castel Bolognese dove vive insieme alla famiglia che gestisce uno spaccio di Sali e Tabacchi. Poco si conosce della attività politica da lui svolta nel paese natale. La sua relativa notorietà si deve essenzialmente alle circostanze della morte, avvenuta combattendo come volontario nella guerra greco-turca del 1897, scoppiata a causa dell’insurrezione di Creta contro i Turchi. In Italia, fin dalle prime avvisaglie del conflitto, si sviluppa un ampio movimento di solidarietà pro-ellenica, per l’invio di aiuti e per l’arruolamento di volontari. I più attivi sono i repubblicani, assecondati spesso dai socialisti, ma si fanno coinvolgere anche alcuni anarchici più sensibili al richiamo dell’azione, soprattutto dopo l’appello di Amilcare Cipriani in favore dell’intervento. L’ex colonnello della Comune subito accorre in Grecia, dove si forma una Legione Cipriani sotto il suo comando (contrario alla partecipazione degli anarchici è invece Malatesta, che pubblica una serie di argomentati articoli su “L’Agitazione”). Anche a Castel Bolognese si forma un comitato, composto in buona parte da reduci garibaldini, che si fa promotore di una spedizione di volontari. I castellani che nell’aprile 1897 riescono a partire e a raggiungere il suolo ellenico sono sei: lo stesso C., Paolo Dall’Oppio, Paolo Lanzoni, Ugo Silvestrini, Giovanni Tosi e l’anarchico Antonio Raccagna.. Altri tre castellani partiti successivamente, gli anarchici Ugo Diversi e Paolo Lama e il diciassettenne Marco Lanzoni, verranno fermati con altri 44 volontari romagnoli in alto mare dalle guardie di finanza e costretti a tornare a casa. C. e i suoi compagni, che viaggiano anch’essi con altri romagnoli, giunti in Grecia si arruolano nella Camicie Rosse di Ricciotti Garibaldi, e vengono inquadrati nel primo battaglione al comando dell’ufficiale garibaldino Luciano Mereu. Il 17 maggio, in assenza del Mereu e presente Amilcare Cipriani (che ha dovuto sciogliere la sua formazione e si è unito alle Camicie Rosse), prendono parte alla battaglia di Domokos, in Tessaglia. Al termine della battaglia, nel corso della quale i volontari italiani resistono per ore all’assalto di preponderanti forze nemiche ma devono infine ritirarsi per ordine del Comando greco e per l’esaurirsi delle munizioni, tra i morti si contano anche Capra e Silvestrini, mentre Dall’Oppio viene ferito gravemente a una gamba. Tra i caduti di Domokos risulta anche il deputato repubblicano Antonio Fratti di Forlì, mentre Cipriani viene ferito. C. è tra i primi a cadere sotto il fuoco nemico. “Si tramanda che (…) venisse colpito quattro volte da palle turche, ma che non desistesse per questo dall’esporsi, ed anzi gridasse: “Toti al mei, toti al mei!” (cioè “Tutte a me le pallottole”), finchè un quinto colpo lo stroncò per sempre” (S. Borghesi). Dopo la morte verrà rivendicato come appartenente alla propria corrente politica sia dagli anarchici che dai socialisti. “L’Agitazione” (22 maggio 1897) lo cita tra gli anarchici caduti in Grecia, e “Socialista-Anarchico” verrà definito in un opuscolo del 1901 dall’anconetano Palermo Giangiacomi, reduce egli stesso dell’impresa garibaldina del 1897. Rifacendosi a questa tradizione molti anni dopo P.C. Masini includerà C. nella sua Storia degli anarchici italiani. Giornali romagnoli del PSI, come “La Lotta” di Imola, ne parleranno al contrario come di un aderente al proprio partito.

monumentocapraIl dottor Umberto Brunelli di Castel Bolognese, futuro deputato del PSI, in una lettera a Ricciotti Garibaldi da questi pubblicata nel suo libro La camicia rossa nella guerra greco-turca, 1897 (1899), lo definirà “socialista convinto” (nel documento si dice anche che “tutte le lettere da lui spedite dalla Grecia e riboccanti d’affetto per i suoi e per la fidanzata, rivelano lo sdegno suo per l’azione incerta del governo greco e il suo ardente desiderio del battesimo del fuoco”). In breve la notizia delle morti giunge in patria provocando grande commozione. La domenica successiva si svolge a Castel Bolognese, con larga partecipazione di popolo e forestieri venuti da altre località della Romagna, una solenne commemorazione dei due concittadini caduti. Ai primi di giugno, dopo la conclusione sfortunata della campagna, i sopravvissuti ritornano a Castel Bolognese. I parenti si adopereranno in ogni modo per il recupero delle salme, ma senza risultato (sembra che i cadaveri rimasti quel giorno sul campo di battaglia siano stati sepolti tutti insieme dai turchi in una fossa comune). Gli onori ai caduti vengono rinnovati in una manifestazione in piazza il 25 maggio 1899. Un monumento a C. e Silvestrini viene eretto nel Cimitero Comunale di Castel Bolognese e inaugurato il 22 maggio 1902, per iniziativa del locale Comitato “Pro Civiltà”, oratore ufficiale il deputato repubblicano Ettore Socci. Gli anarchici, che avevano preso parte alla commemorazione del 1897 con un proprio oratore (il faentino Bosi), questa volta diffondono un manifestino, subito sequestrato, in cui dichiarano di disertare la cerimonia considerandola una manifestazione a scopo essenzialmente patriottico.

Fonti: BLAB, Fondo Anarchici castellani; ivi, N. Garavini, Testimonianze, dattiloscritto inedito; MRBo, Fondo Ass. Naz. Veterani e Reduci garibaldini – Bologna; Fondi tematici. Gollini 1967-70; In oriente. La guerra greco-turca, “Avanti!”, 21 e 22 maggio 1897; A. Polastri, La battaglia di Domokos, “Il Secolo”, 21-22 maggio 1897; Id., I nomi dei garibaldini morti e feriti a Domokos, ivi, 22-23 maggio 1897; Pei volontarii in Grecia, “L’Agitazione”, 22 maggio 1897; G. Ciancabilla, La battaglia di Domoko II, “Avanti!”, 26 maggio 1897; Da Castel Bolognese, “Il Lamone” (Faenza), a.XVI, n.18, 25 aprile 1897; La Commemorazione pei caduti di Domoko a Castel Bolognese, ivi, a.XVI, n.23, 30 maggio 1897; Da Castel Bolognese, ivi, n.22, 28 maggio 1899; R. Serrantoni, Ai cavalieri dell’umanità, “La Lotta” (Imola), a.V, n.22, 18 maggio 1902; Un reduce da Castelbolognese, I cavalieri dell’umanità, “Il Risveglio” (Faenza-Forlì), a.IX, n.18, 24 maggio 1902.

BIBLIOGRAFIA: G.R. Serrantoni – E. Tamburini, Alla campagna di Grecia. Aprile-Maggio 1897, Imola, Lega Tipografica, 1897; P. Marincola-Cattaneo, In Grecia. Ricordi e considerazioni di un reduce garibaldino, Catanzaro, Tip. del Giornale il “Sud”, 1897; G. Papi, La guerra greco-turca. Note ed impressioni di un volontario garibaldino della Colonna Mereu, Casalbordino, Stabilimento N. De Arcangelis, 1898; R. Garibaldi, La camicia rossa nella guerra greco-turca, 1897, Roma, Tip. Coop. Sociale, 1899; P. Giangiacomi, La Battaglia di Domockos, Ancona, Tip. G. Romani, 1901; T. Monicelli, Nel XXV anniversario di Domokos 17 Maggio 1897-17 Maggio 1922, “Il Nuovo Giornale” (Firenze), 17 maggio 1922; M. Campana, Il 40° annuale della battaglia di Domokos – I due superstiti di Castelbolognese, “Corriere Padano”, 16 maggio 1937; A. Marabini, Prime lotte socialiste, Roma, Rinascita, 1949; A. Borghi, Mezzo secolo di anarchia (1898-1945), Napoli, ESI, 1954; F. Serantini, Le ricordanze, in Id., Racconti, a c. di G. Maramotti Bosi, Bologna, Calderini, 1970; P. Costa, Un paese di Romagna. Castelbolognese fra due battaglie (1797-1945), Imola, Galeati, 1971; S. Borghesi, Camicie Rosse a Domokos, “La Piè”, a.XLIII, n.4, lug.-ago. 1974; P. Costa, I caduti di Domokos, “La Torre” (C.Bolognese), n.2, maggio 1977; Id., Comune e popolo a Castelbolognese (1859-1922), Imola, Galeati, 1980; Masini 2; I Garibaldini. Per una storia del Risorgimento a Castelbolognese, Mostra storico-documentaria 28-31 maggio 1982, Centro stampa del Comune di Castelbolognese, 1982 (ciclost.); Castelbolognese nelle immagini del passato, Imola, Galeati, 1983; Il movimento anarchico a Castelbolognese (1870-1945), Castel Bolognese, Grafica Artigiana, 1984.

Gianpiero Landi

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