Le oche “abusiviste” della Fonda

di Andrea Soglia

Un incontro fortunato, mentre si cercava altro, ci consente di affermare come il toponimo “La Fonda” e la “mitica” industria delle oche fossero fortemente consolidati a Castel Bolognese già nel lontano 1791.
Gli atti consigliari di quell’anno, infatti, registrarono una curiosa vicenda: la costruzione abusiva, sul suolo pubblico, di un “camerotto da ocche” addossato al Conservatorio di Santa Teresa che si affacciava appunto sulla Fonda, l’attuale piazzale Poggi.
L'”usurpatore”, a quanto pare, sollecitato più volte a demolire il “camerotto” abusivo, aveva opposto una certa resistenza, al punto che i consiglieri, per far valere le ragioni del Comune, si rivolsero all’Assunteria di Bologna. Non abbiamo trovato la conclusione della vicenda (poco importa) nè il nome del colpevole dell’usurpazione, ma non era il solo a Castel Bolognese ad aver occupato abusivamente il suolo pubblico: anche i padri di San Francesco e tal Giorgio Sangiorgi si attirarono, per i medesimi motivi, gli strali dei consiglieri nella seduta del 7 aprile 1791. La preoccupazione era che il Senato bolognese concedesse una “sanatoria” a tutti loro e il Consiglio voleva far valere le ragioni della Comunità.
In conclusione di questo curioso racconto, possiamo affermare anche che nel 1791 erano già ampiamente diffusi sia gli abusi che i condoni edilizi… della serie: certi fenomeni sono endemici come molte malattie infettive.
Meglio archiviare i furbetti, almeno quelli di allora. A noi piace immaginare quel “camerotto” dormitorio e la scena delle oche (abusiviste a loro insaputa!) che, al risveglio, correvano nella piazzetta e si tuffavano per sguazzare nella fossa fuori dalle mura della Fonda. Allo stesso modo delle oche, loro dirette discendenti, così magistralmente immortalate dall’antica fotografia di don Stefano Bosi e dall’opera pittorica eseguita da Stefano Zaniboni nel 2022.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *