Bruno Violani (1921-2001)

Ricordando Bruno Violani

di Stefano Borghesi (da Il Nuovo Diario Messaggero del 25 agosto 2001)

1990: Muro dipinto a Dozza

Vivo rimpianto ha suscitato la repentina scomparsa di Bruno Violani, molto conosciuto e stimato a Castel Bolognese dove era nato l’8 marzo 1921 e dove operava come pittore in via Trieste.
Apparteneva ad una generazione di castellani d.o.c. che in vario modo hanno dato lustro al paese natale. Violani era un pittore affermato, maestro dell’acquerello e dell’acrilico. I suoi capanni da pesca in valle, non meno di altri paesaggi ottenuti dall’approccio lirico con la realtà e dal libero volo della fantasia, erano diventati quasi il suo distintivo, ammirato e ricercato per le luminose impressioni coloristiche, in cui l’autore aveva raggiunto i suoi vertici.
Fin dagli anni ‘60 nella regione aveva allestito mostre personali con il conseguimento di premi prestigiosi. Si era immedesimato nel lavoro con straordinaria energia, incoraggiato dal crescente successo e stimolato ad approfondire la ricerca in capo pittorico al di fuori degli schemi accademici e delle banalità imitative. La critica ha sempre sottolineato la vitalità della sua pittura e la libera espressione nel carpire l’essenza luminosa e dinamica della realtà.
Di Bruno Violani ci resta una sequenza di opere finissime, frutto di un equilibrio visivo apprezzabile come idea e come forma estetica.
Al castellani della sua generazione, ma anche a quelli più giovani, resta il ricordo di un uomo dalle maniere semplici e signorili, di un pittore raffinato di gusti, che si è dedicato al suo lavoro con la serietà del professionista.
Lunedì 20 agosto [2001], alle ore 10.15, le ceneri di Bruno hanno fatto una breve sosta nell’area antistante il cimitero locale ed una piccola folla di amici e conoscenti ha reso loro un commosso e sincero omaggio.
Il Sindaco, Silvano Morini, ha ricordato la figura dello scomparso sia come uomo, sempre sereno e disponibile, seppure segnato dalla lunga prigionia del tempo di guerra, sia come artista capace e dotato. Ed ha concluso sentendosi sicuro che in tutti i castellani rimarrà a lungo il ricordo di Bruno, come rimarrà a lungo la sofferenza per questo amico che vedevamo ogni giorno e, all’improvviso, non vediamo più.

Piccola galleria di opere di Bruno Violani (immagini tratte dal volume B. Violani, Castelbolognese, Grafica artigiana, 1990)

ACQUERELLI AQUILONI ACQUARIO
Quattro chiacchiere con Bruno

di Umberto Malavolti e Alberto Altieri (da Il Castello n. 4, aprile 1988)

I più forse conoscono Bruno per i suoi aquiloni. E’ quasi un tradizione infatti per i castellani nelle ventilate giornate di primavera fermarsi a osservare nel cielo gli aquiloni di Bruno. Altri invece avranno avuto occasione di sostare davanti i suoi acquerelli nella mostra durante la festa di pentecoste o in casa di amici. Per cercare non tanto di carpire il segreto che si nasconde dietro le sue marine, nei paesaggi di valle, e dietro i capanni da pesca, ma piuttosto per avvicinarsi con più famigliarità agli acquerelli, in uno di questi strambi e piovosi pomeriggi ci siamo trovati a scambiare quattro chiacchiere con Bruno al tepore del camino. Cominciare a parlare della sua pittura è facile: le pareti dei corridoi e le stanze coperte di quadri non aspettano altro. E’ una vera e propria galleria.
Perché questa scelta preferenziale per gli acquerelli?
E’ una questione di carattere. L’acquerello ha la caratteristica della immediatezza. Per fare un quadro con questa tecnica non occorrono tempi lunghi. L’acquerello è una pittura immediata, che si realizza in pochi minuti. Ogni pennellata data è decisiva. Non c’è possibilità di soffermarsi a studiare, di tornare indietro. L’acquerello si realizza col colore in movimento, ogni colore si compenetra e fonde nell’altro. Si tratta di una pittura rapida, che richiede al momento della realizzazione idee ben chiare e soprattutto il momento giusto della ispirazione.
Dipingi anche con altre tecniche?
L’uso di altre tecniche, con cui alcune volte dipingo, mi porta per la particotare cura dei particolari ad utilizzare dei tempi lunghi e ciò è in contrasto col mio carattere.
A cosa è dovuta la ricorrente presenza nei tuoi quadri dei capanni da pesca e di marine?
La ragione di questo è forse dovuta al fatto che sono dell’acquario, e quindi tutto ciò che richiama acqua, paludi, pesci, capanni ecc. diviene fonte di ispirazione.
Forse l’acquerello è la tecnica che più si presta a rappresentare l’atmosfera diafana che si incontra nelle valli?
Infatti la varietà di queste scene di capanni è dovuta alla necessità di cogliere la diversa luce di questi luoghi. Col trascorrere delle ore, anzi dei minuti, sugli specchi d’acqua, sovente sovrastati da finissime nebbie, al variare della luce il paesaggio muta continuamente.
Come hai cominciato a dipingere?
Ho cominciato per fare un dono ad un amico in una certa occasione. Poi ho continuato, soprattutto ora che sono in pensione.
Non partecipi di frequente a mostre?
Anche questo corrisponde al mio temperamento: sono abbastanza pigro. Quando partecipo ad una mostra, come ad esempio questa di Imola, ciò avviene per l’interessamento e la collaborazione attiva di amici. C’e chi rimprovera di non interessarmi sufficientemente per fare mostre o prendere impegni con gallerie. Ma io non voglio prendere impegni, voglio rimanere libero e dipingere quando lo sento. Di solito dipingo la notte.
E’ questo un aspetto di Bruno che ci lascia piacevolmente sorpresi: in un periodo in cui siamo costantemente bombardati da messaggi che incitano alla produttività e al guadagno sentire parlare di opere apprezzate e stimate realizzate per il semplice gusto estetico è cosa di non poco conto.
Per concludere chiediamo a Bruno se sono tutti in vendita i suoi quadri. Lui molto tranquillamente ci risponde che a quelli cui è particolarmente affezionato assegna un prezzo talmente alto da scoraggiare qualunque persona dall’acquisto. L’acquerello è una pittura legata all’attimo, qualcosa di irripetibile, per cui ci si pone la domanda: come cedere qualcosa che non accadrà più?
Acquerelli aquiloni acquario, le maglie di una rete per tentare di pescare i segreti nelle valli dipinte da Bruno.
[…]

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