Le ultime ore di Antonio Gaddoni

“Processo verbale di tutto quanto è successo dal punto della intimazione della sentenza di morte in persona di Antonio Gaddoni sino alla di lui decollazione.

Li 18 decembre 1854, alle ore 6 pomeridiane fu al condannato intimato dal cursore Rinaldo Bizzi, la sentenza dopo la quale fu circondato dai due confortatori Padre Pietro Antonio di Castel S. Pietro e dal Padre Serafino da Ravenna. Il condannato rispose -Va bene- ed appressatisi i due padri loro soggiunse, che se ne andassero se non volevano sentire insolenze, ed andassero a confessare l’Arciprete ed i boia tutti di Castel Bolognese, quindi si alzò dal suo paglione e si pose a girare avanti e indietro, senza proferire parola.

Alle ore 6 e mezzo dando il prevenuto segno d’inveire contro i Padri, questi per il momento sortirono, allora fu manettato, quindi disse che essi, cioè i Padri vestono Cristo da burattino, e con quello incantano i popoli, che non si cura della religione da loro predicata e che se avesse campato 100 anni non se ne sarebbe curato.
Alle ore 6 3/4 ha chiesto del vino, e gliene è stato dato, e poi acceso il zigaro si è posto a passeggiare per il carcere.
Alle ore 7 1/4 si adagiò sul paglione e prese sonno.
Ore 7 1/2 accese un altro zigaro e si pose a fumare sdraiato.
Ore 8 1/4 i Padri si sono dovuti allontanare perché novamente ha replicato che non abbisognava delle loro trappole e favole, e che più non tornino a tediarlo. Ha chiesto nuovamente da bere e si pose a passeggiare.
Ore 8 1/2. Rientrati i Padri e pregandolo di sentirli rispose, che se ne andassero, che non credeva niente, e lo liberassero dalla loro vista.
Ore 9 1/4 si è presentato il Rev.do Don Tommaso Gamberini e per quanto lo abbia esortato e pregato ha risposto che non vuole sentire alcuno, e che i preti e i frati sono tutta canaglia, dicendo voialtri predicate tutte falsità andate a parlare coi ciarlatani.
Ore 10. E’ partito il Sig. Don Gamberini ed il condannato si è posto nel paglione a fumare.
Ore 10 1/2 si è addormentato.
Ore 10 minuti 40. Si è svegliato e richiesto da un Padre se gli occorresse qualche cosa, ha chiesto di mangiare con piacere cinquanta cappelletti, che sono stati tosto ordinati.
Ore 11 1/2. Sono stati portati i cappelletti, ha domandato cosa costano, e dicendogli il Padre che esso avrebbe pagato dopo non li ha più voluti, si è posto a cantare senza capire che, sempre passeggiando.
Alle ore 11 3/4 ha mangiato un pò di pane e bevuto dell’acqua.
Ore 12. Ha chiesto cinque zigari che ha voluto pagare persistendo a nulla volere senza pagamento.
Rinnovate le esortazioni e preghiere dei Padri perché riflettesse e si disponesse a morire da cristiano, ha risposto che se ne vadino se non vogliono ricevere affronti, che abbastanza era stato annoiato.
Ore 12 3/4. Si è presentato un Padre, e lo ha minacciato di un calcio alla pancia chiamandolo rompi coglioni, ha soggiunto che non vuole niente non ha bisogno di bene caricandolo di insolenze e di improperie.
Li 19 Dicembre ore 1 1/4 antimeridiane. Si è addormentato.
Ore i e minuti cinquanta si è svegliato è sceso dal paglione e si è messo a passeggiare.
Ore due e minuti venti. Si è buttato sui paglione a fumare. Rinnovate le esortazioni ha risposto con mille insolenze.
Ore 3 3/4. Ha chiesto un bicchierino di rum che ha voluto pagare. Subito dopo un caffè che ha ugualmente pagato.
Ore 4 e minuti 18. Entrato nella carcere questo Rev.do Don Vincenzo Valpondi colli due padri senza però alcuno profitto persistendo a dire che non aveva bisogno di alcuno né voleva confessarsi.
Ore 5. Rientrato un prete per ammonirlo e persuaderlo, nulla ha giovato rispondendo sempre che non voleva confessarsi perché il tribunale della Sacra Consulta lo aveva condannato credendo a persone false.
Ore 5 3/4. Si è alzato dal paglione, si è posto a passeggiare fumando.
Ore 6 1/2. Il condannato si è gettato seduto sul paglione e mostrandogli un padre un Crocifisso pregandolo a confessarsi tutto è stato indarno.
ore 7 1/4. Il condannato passeggia.
Ore 7 1/2. Nuove esortazioni e preghiere perché si confessi rispose che si era confessato con Cristo ed accomodato con lui.
Ore 7 3/4. Si è presentato l’esecutore di giustizia per assicurarlo prima di condurlo al patibolo ed alle ore 8 suonate con gli occhi bendati condotto al supplizio.
Appena sortito in strada si è messo ad urlare: Viva la Repubblica. In quel momento la di lui voce è stata soffocata dal battere dei tamburi preventivamente ordinati, e tali acclamazioni le ha continuate fino al patibolo, dicendo pure prima di salire il palco:
Viva l’Italia.
Firmato: Benedetto Cristofari
Visto
Il Capo di Polizia
Carlo Fragonetti ”

Testo tratto da: Un paese di Romagna: Castelbolognese fra due battaglie: 1797-1945 / Pietro Costa. – Imola : Galeati, 1971.

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