L’alluvione primaverile del 1939

(introduzione) L’alluvione del 2-3 maggio 2023 a più di qualcuno è sembrata fuori stagione, poiché storicamente i grossi guai a Castel Bolognese li abbiamo avuti in autunno, fra novembre e dicembre, come successo nel 1949, nel 1959 e nel 1966. In realtà un’alluvione primaverile, quasi estiva, avvenne anche nel 1939, come ci testimonia il “Corriere Padano” di giovedì 1 giugno 1939 a seguito di precipitazioni iniziate il 28 maggio 1939, domenica di Pentecoste. Di questa alluvione si ricorda bene Maria Landi perché coincise con il periodo della sua cresima.
Le modalità ricordano molto l’alluvione attuale anche se, c’è da dire, le opere di difesa erano senz’altro più deboli di quelle attuali. All’epoca, per fortuna, non ci furono vittime. Analogamente ad oggi si ebbero problemi un po’ in tutta la nostra provincia. Riportiamo il testo che riguarda il territorio di Castel Bolognese. Purtroppo la storia si ripete e un’alluvione torna a colpire Castel Bolognese dopo alcuni decenni sostanzialmente “asciutti” (Andrea Soglia)

Zone sommerse dal “Senio”

La persistente pioggia che dalle ore 10 di domenica sera non ha ancora cessato di cadere mentre vi mandiamo queste note, per tutto il nostro territorio e nell’intera vallata, ha provocato lo straripamento delle acque del fiume Senio in moltissime località, inondando vastissime zone e raggiungendo in certi punti, fuori dagli argini del fiume stesso, l’altezza di circa tre metri sommergendo interi poderi oltre i filari delle viti in germoglio.
I danni causati da questa eccezionale piena del Senio sono incalcolabili, dato che tutte le colture sono nel pieno del loro sviluppo.
Nella notte fra lunedì e martedì molti coloni residenti nelle vicinanze del fiume, provvedevano a mettere al sicuro il bestiame, le masserizie e le cose più necessarie, ma in certe zone la piena è giuntai così improvvisa, da rendere impossibile porsi in salvo.
Ieri mattina per tempo il Podestà, informato dal Comando di Stazione dei RR. CC. della gravità della situazione di certe famiglie, provvedeva ad una sollecita opera di soccorso informando telegraficamente ed a mezzo telefono S. E. il Prefetto e il Genio Civile delle proporzioni allarmanti della piena del fiume.
Chiamava poi sul posto i pompieri della vicina Imola, i quali giungevano subito col carro attrezzi ed una barca al comando dell’ing. Dall’Osso.
Si trattava di porre in salvo una famiglia situata in una località completamente invasa dalle acque, in parrocchia Campiano, podere “Arenazzo” condotto dal colono Patuelli Vincenzo. Per il continuo aumentare del livello delle acque, si provvide ad un’altra barca ed in breve tempo tutti i componenti la famiglia Patuelli ed altre persone accorse durante la notte per aiutare a porre in salvo il bestiame, venivano portati a salvamento.
In altre case coloniche si davano ordini per l’immediato sgombero del bestiame e specialmente in poderi situati nelle parrocchie di Tebano, Campiano, Biancanigo, Pace, Casale, completamente sommersi dalle acque.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *