Quando gli argini si manutenevano per davvero…

di Paolo Grandi

Tanti anni fa comprai in un mercatino, non ricordo neppure dove, tre begli avvisi di metà ottocento editi dal Cardinale Legato di Ravenna, solo perché parlavano del nostro fiume, il Senio. Incorniciati ed appesi nel corridoio di casa non mi ero più occupato di loro nonostante vi passassi davanti più volte al giorno.
Poi, complice la recente alluvione, forse chissà perché l’occhio è stato attratto da altre parole che precedono la parola “Senio” e, meraviglia, sono apparse le vere ragioni per le quali quei bandi erano stati editi: lavori di manutenzione e riparazioni alle arginature del Senio. Non sappiamo in quale zona tali lavori fossero da svolgere, ma ne conosciamo il motivo.
Il primo bando del gennaio 1841, riguarda l’invito a concorrere all’appalto per detti lavori di “Ordinaria manutenzione delle arginature e delle rive del Senio”. Il secondo bando, dell’ottobre 1851, è di nuovo un invito a partecipare all’asta per l’assegnazione in appalto di lavori “Rinfianco e rialzo dell’argine destro del Reno dallo sbocco del Santerno abbandonato allo sbocco del fiume Senio” quindi in agro di Alfonsine. Il terzo è dell’ottobre 1852, riguarda “Lavori di grossa riparazione da farsi in diverse località delle arginature del Senio”. In questo caso sono state aperte le buste con le offerte e l’appalto si è aggiudicato provvisoriamente, ma chiunque sia legittimato ha la possibilità di offrire un ulteriore 20% di ribasso d’asta per ottenere l’appalto.
I tre avvisi dimostrano come anche lo Stato Pontificio avesse cura delle arginature dei nostri fiumi e della loro manutenzione anche se, lo sappiamo, in quegli anni ed in quelli successivi non mancarono esondazioni e alluvioni provocate dal Senio, ma dimostra altresì che, anche in un’amministrazione così scassata com’era quella del Papa, tali lavori, oggi suddivisi tra una pletora di Enti, erano ritenuti di primaria importanza e per questo garantiti da un’unica Autorità, la più importante: il Cardinale Legato che letto con la burocrazia odierna significherebbe Prefettura o Provincia.
Poi qualcuno obietterà che oggi ci sono i cambiamenti climatici, il rispetto della natura, le nutrie ecc.
Ma chi ha orecchi intenda….

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