Una ferramenta “storica”
di Andrea Soglia
Ognuno di noi, specie fra i meno giovani, ricorderà tanti negozi castellani oggi scomparsi e rivedrebbe volentieri in fotografia (che spesso nessuno ha pensato di scattare) ambienti che ci hanno accolto per tanti anni e i volti amici dei negozianti di fiducia. Qualche attività, pur con gli inevitabili cambi di gestione dettati da ragioni “anagrafiche”, resiste invece da molti decenni e, talvolta, in locali che hanno mantenuto le caratteristiche originarie e molti degli arredi iniziali.
E’ questo il caso della “Ferramenta 2001” che il 23 novembre 2017 è stata iscritta al n° 1 dell’Albo Comunale delle Botteghe e dei Mercati storici del Comune di Castel Bolognese con titolo ad esporre il relativo marchio distintivo di “Bottega Storica dell’Emilia-Romagna”.
Il negozio di ferramenta esisteva a Castel Bolognese ben prima della Seconda guerra mondiale ed era allora sito in via Garavini, all’epoca numero 23, nei locali che attualmente ospitano il negozio Foto Ottica Minarini. A gestirlo, come risulta dai ricordi di Tino Biancini e Romana Zannoni, era “Aldo ‘d Marchì”, Aldo Scardovi che nel 1934 cedette l’attività a Giuseppe Castellari, detto “E Fi”. In Archivio Storico Comunale abbiamo trovato la licenza di vendita di cui era titolare Giuseppe Castellari, che l’autorizzava a vendere ferramenta, colori ed affini e, dal 6 febbraio 1942 fino al giugno 1945, anche apparecchi radio.
La Seconda guerra mondiale infierì pesantemente sul nostro paese e sulle attività economiche, e scrisse un nuovo capitolo della storia della ferramenta, che si trasferì all’indirizzo di Corso Garibaldi 23. Di lì a poco ci fu ufficialmente anche un cambio di gestione, che, molto probabilmente, aveva già ispirato il trasferimento della sede dell’attività: Giuseppe Castellari, in procinto di emigrare in Australia alla ricerca di miglior fortuna, nel giugno 1946 cedette la licenza a Giuseppe Tamburini, classe 1909, originario di Lugo di Romagna.
Per un cambio d’ufficio dei numeri civici prima e per una piccola rivoluzione alla toponomastica castellana poi, il negozio, senza spostarsi, mutò l’indirizzo prima in Corso Garibaldi 75 e poi in via Emilia Interna 74.
Nell’ottobre del 1957 la ferramenta fece un ultimo trasloco per insediarsi nei locali che occupa attualmente, e che avevano ospitato la bottega di Olga Tampieri, “Olga ‘d Maì d’Uliva”, mamma di Tino Biancini, la quale vendeva pasticceria e generi alimentari.
L’1 ottobre 1962 Giuseppe Tamburini cedette la ferramenta a Carlo Soglia, che, con licenza n. 232 del 10 dicembre 1962, iniziò a gestire l’attività assieme alla moglie Ada Pagani e al fratello Francesco Soglia e, successivamente, anche con il supporto della cognata Filomena Muccinelli, detta Mina, moglie di Francesco.
Nel 1973 Francesco Soglia, dopo aver vinto un concorso alle Ferrovie dello Stato, uscì dall’attività assieme alla moglie Mina e alla “guida” della ferramenta rimasero solo Carlo e la moglie Ada, ininterrottamente fino al 31 dicembre 2000.
Arrivato il momento della pensione, alla ragguardevole età di 75 anni, Carlo Soglia passò l’attività all’attuale titolare Mauro Baraccani che, insieme alla moglie Cristina Giacomoni, gestisce il negozio dal 2 gennaio 2001 con il nome di “Ferramenta 2001”.
Si ringrazia Marisa Soglia per le fotografie storiche e le notizie sulla Ferramenta Soglia.
Le restanti notizie storiche sulle Ferramente Castellari e Tamburini provengono dall’Archivio storico comunale di Castel Bolognese, buste di Archivio amministrativo, titolo XI, anni 1934, 1945, 1946 e 1957.
Pagina aggiornata l’8 settembre 2019
Contributo originale per “La storia di Castel Bolognese”.
Per citare questo articolo:
Andrea Soglia, Una ferramenta “storica”, in https://www.castelbolognese.org
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