La “repubblica indipendente delle Cortacce”

di Andrea Soglia

L’ho ribattezzata così proprio io, nei giorni successivi all’alluvione del 17 maggio 2023, la zona di via Amonio e di via Guidi. Era già scattata la gara di solidarietà reciproca fra gli abitanti della via Amonio ma l’impresa per ripulire era troppo ardua ed era impossibile poter fare tutto da soli coi pochi mezzi a disposizione e quindi gli abitanti, compresi quella dell’attigua via Guidi, si sono messi d’accordo tra loro per accelerare il ritorno alla normalità ricorrendo, a proprie spese, a professionisti del settore per ripulire completamente le strade dal fango e dalle montagne di oggetti cari o utili, oramai rovinati e ridotti a rifiuti, che uscivano mestamente da tutte le case. E già il 20 maggio successivo le due strade erano tornate quasi completamente praticabili, in modo del tutto indipendente.
Il nome Cortacce viene da molto lontano nel tempo anche se, a dire il vero, fino al 1876, era il nome della via Pallantieri. Poi il toponimo, chissà perché, è stato ereditato dalla zona attigua delle vie Guidi e Amonio, che un tempo erano tutt’uno e avevano un nome ancora peggiore, ossia via Gattamarcia, che in tempi più antichi era in asse con la via Pallantieri, prima che le monache domenicane ne inglobassero un pezzo per collegare il convento all’orto.
Un’ipotesi è che il nome Cortacce possa derivare dal grande palazzo a forma di L, peraltro di non antica costruzione ma chiamato ancor oggi la cà dal curtazz, che conserva un gran cortile delimitato in un lato dalle antiche mura e che un tempo era aperto a tutti i numerosi abitanti.
Di sicuro la zona in questione è stata, soprattutto in passato, abitata da gente molto povera (e forse anche un po’ malfamata, da cui forse il dispregiativo “cortacce”), che viveva stipata in tanti alloggi posti sul retro dei ricchi palazzi che si affacciavano sulla via Emilia. La zona, allora come oggi, pur trovandosi dentro le mura e quindi in pieno centro storico è ai margini di esso e non gode di troppa considerazione anche se conserva angoli e scorci molto belli.
L’esperienza dell’alluvione ha unito gli abitanti delle due contrade, che in taluni casi ignoravano l’esistenza l’uno e dell’altro o si salutavamo a malapena ed è sfociata, il 30 settembre 2023, in una bella serata conviviale (o apericena, per i più “moderni”) che ha visto la via Amonio invasa non dal fango ma da una lunga tavolata apparecchiata che ha messo a sedere circa 40 persone. Ad una paella magistralmente cucinata sono seguiti dolci fatti in casa fra cui è spiccata la grande torta di frutta offerta dalla famiglia Pini, titolare dell’omonimo forno, il cui laboratorio si affaccia proprio sulla via Amonio. Tra le tante chiacchiere della serata è venuto fuori, svelato da me, l’antico nome della via Gattamarcia, cosa che ha suscitato tanta ilarità fra i presenti.
Un’iniziativa ben riuscita, di certo già sperimentata anche in altre zone del paese, che andrebbe ripetuta con cadenza regolare. Ed io, partigianamente, da cittadino storico della “repubblica indipendente delle Cortacce”, fisso questa storia sul sito per non farla disperdere nel mare dei social network e dico bravi a tutti quelli che si sono spesi per l’evento, coordinati dalla famiglia Scioni-Fabbri che ha messo a disposizione anche il proprio androne per allestire la cucina da campo.
E non posso dimenticare, in chiusura, i vecchi abitanti delle Cortacce, che io ho ben conosciuto, nati alla fine dell’800, che ancora all’inizio degli anni ’80 si ritrovavano, sulla strada, nei dopocena d’estate, per le chiacchiere serali, seduti sulle sedie che si erano portati da casa. Per un attimo mi è sembrato di rivivere proprio quelle lontane e perdute sere d’estate, trascorse lontano dai mass media che stavano cominciando ad invadere le nostre vite per influenzarle sempre di più.

Album fotografico della cena del 30 settembre 2023 in via Amonio
(foto di Patrizia Fabbri)

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